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Buffet freddo

Regia di Bertrand Blier vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Buffet freddo

di hupp2000
6 stelle

Mezzo passo falso per l’autore di pellicole di livello decisamente superiore come “Les valseuses” nel 1974, “Tenue de soirée” nel 1986 o “Trop belle pour toi” tre anni dopo, tre titoli che la dicono lunga sul gusto di Bertrand Blier per la provocazione e per una filosofia di vita che definirei anarcoide. Il film si apre con un dialogo al limite del surreale tra il protagonista Alphonse (Gérard Depardieu) e un anonimo ragioniere (Michel Serrault) nella stazione metropolitana della Défense a Parigi. Il ragioniere viene assassinato con il coltello di Alphonse, ma quest’ultimo non ricorda alcunché e rientra a casa, un appartamento fatiscente in un immenso casermone, dove non ci sono inquilini, a parte un ispettore di polizia (Bernard Blier), che non vuole essere disturbato quando non è in servizio. Anche la moglie di Alphonse viene uccisa, questa volta da uno psicopatico (Jean Carmet), ma la cosa non sembra disturbare in alcun modo né l’ispettore né il neo-vedovo. Anzi, altri omicidi si susseguono, per sbaglio o volontariamente, fino alla eliminazione di tutti i personaggi.

locandina

Buffet freddo (1979): locandina

La trama, così rozzamente riassunta, rimanda ad una sceneggiatura senza capo né coda, come era evidentemente nelle intenzioni dell’autore. Grottesco e surreale sono però terreni scivolosi, nei quali accade spesso di strafare. E’ quello che purtroppo accade in questo film, salvato in extremis dalla brillante collana di perle attoriali che lo sorregge. Se si abbandona l’idea di assistere ad un racconto con un minimo di filo logico, resta la possibilità di godersi la recitazione dei tre personaggi principali (quello di Michel Serrault è poco più di un cameo) con le loro battute folgoranti, il loro andazzo disincantato e il loro cinismo bonario. Senza la loro presenza, le stellette che sto assegnando al film sarebbero solo due. Un cameo all’inizio (Michel Serrault) e uno alla fine. Carole Bouquet, che appare dal nulla in veste di figlia del malcapitato ragioniere/Serrault chiude la folle odissea uccidendo glacialmente il protagonista della vicenda. E’ probabilmente la miglior trovata del film, ma arriva solo alla fine e solo per un paio di minuti. Certo, siamo lontani da come Bertrand Blier seppe valorizzare la grande attrice in “Trop belle pour toi”.

 

 Snobbato dal pubblico francese alla sua uscita (poco più di 750mila ingressi nelle sale) ma ben accolto dalla critica, con il passare degli anni è diventato un film-cult, forse proprio per le sue esagerazioni e i dialoghi farneticanti che oggi nessuno avrebbe più il coraggio o l’incoscienza di mettere in scena. Il trio Depardieu-Blier-Carmet si diverte alla grande, sembra costantemente in attesa di poter buttar giù la battuta che folgora, gioca imitando figure del suo cinema antecedente. Disgraziatamente, manca il salto di qualità narrativo, ci si fa beffe di tutto e ci si perde in una lunga serie di scenette strampalate, alla lunga ripetitive e prevedibili. 

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