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Il bruto e la bella

Regia di Vincente Minnelli vedi scheda film

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La recensione su Il bruto e la bella

di Dany9007
9 stelle

Difficilmente si riesce a parlare de Il bruto e la bella senza avanzare un confronto con due film entrambi usciti 2 anni prima: Viale del tramonto di Billy Wilder ed Eva contro Eva di Joseph L. Mankiewicz. Questo trio di film così ravvicinati anche temporalmente tra loro ha portato, senza sconti, alla ribalta contraddizioni, meschinità e finzioni del mondo dello spettacolo (non si può parlare solo di cinema in quanto Eva contro Eva si dedica più al contesto del teatro). In questo caso il protagonista, un sempre brillante ed esuberante Kirk Douglas è l'incarnazione del produttore arrivista e cinico Jonathan Shields; ma come in ogni buon ritratto credibile Minnelli traccia una figura molto più sfaccettata, evidenziando accanto alla brutalità delle sue decisioni un intuito ed una caparbietà stupefacenti. Difatti, attraverso un meccanismo di flashback ognuno di personaggi ripercorre il proprio incontro con il protagonista che ha di fatto lanciato, contro ogni previsione ed avversità dei colleghi un regista di enorme successo, sebbene partisse da semplice operatore/attrezzista su film di infimo livello; un'acclamata diva, costruendola con enorme sforzo da una ragazza sconosciuta con seri problemi di alcolismo e ritenuta priva di qualunque talento artistico; uno sceneggiatore, semplice docente universitario e succube della moglie, che grazie allo sforzo di Shields è arrivato ad avere un premio Pulitzer ed essere uno dei professionisti più richiesti ad Hollywood. Tuttavia accanto a questo successo emerge sempre la doppiezza di Shields, che non si tira indietro ad escludere l'amico regista dalla direzione del primo film importante su cui aveva lavorato strenuamente per assegnare l'incarico ad un più stagionato ed esperto direttore. Non si è tirato indietro ad illudere sentimentalmente l'attrice per l'esclusivo fine di spingerla ad avere una recitazione più convincente, mentre in realtà aveva già un'altra relazione. Con lo sceneggiatore arriva persino a far insidiare sua moglie da un noto attore affinché questi si concentri esclusivamente sul lavoro. Oltre a questa sfccettature, il personaggio di Douglas trasmette prima di tutto una incontrollabile passione per i proprio lavoro, su cui si batte incessantemente per l'affermarsi delle proprie idee e che vediamo sostanzialmente finire senza soldi, così come lo abbiamo visto all'inizio (dove ha investito gli ultimi denari per pagare dei figuranti al funerale del ben poco amato padre) ma che non sarà mai domo e che anzi, nella scena conclusiva, coglieremo che sarà di nuovo in grado di affascinare i suoi molto risentiti ex collaboratori. In tutto questo forse, nel paragone con gli altri due film, Il bruto e la bella non arriva "stordire" il pubblico: di tanto il tanto il meccanismo è ripetitivo nell'uso dei flashback, o piuttosto si sente la mancanza di qualche scena epica come può essere il finale di Viale del tramonto o la scrittura di dialoghi davvero sorprendenti come avveniva nelle schermaglie di Eva contro Eva. In ogni caso il film è davvero una partecipata dichiarazione di amore per il cinema (con tutti i suoi difetti) che ritrae i personaggi cogliendo qua e là degli aspetti di alcuni tra i più rappresentativi protagonisti di quell'industria: Kirk Douglas ricorda il feroce David O. Selznick, il regista Von Ellstein ricorda Erich von Stroheim mentre l'attrice Goergia si ispira alla figura di Diana Barrymore. 

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