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Il sorpasso

Regia di Dino Risi vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il sorpasso

di zombi
10 stelle

IL BARATRO del boom; le corna ben visibili senza tenere il volante; la lancia aurelia B24 rappezzata che perde colpi; l'asfalto fresco di gettata; le famiglie ammonticchiate sull'ape piaggio; i picnic lungo gli incroci; i maledetti ricordi che ci impediscono di conoscere la joie de vivre...... bruno che non ricorda il cognome di roberto

una partitura jazz violenta e selvaggia sui titoli di testa; sono i titoli di testa... girati in una roma deserta con tutte le saracinesche abbassate o che si stanno abbassando per il ferragosto; una roma vuota dove il bruno cortona di gassman, sfreccia alla ricerca di un telefono e soprattutto di sigarette.

finalmente fermatosi nei pressi di una fontanella al bordo di una zona non palazzinata, per caso vede affacciato il nostro secondo protagonista; che si è sporto per allontanarsi annoiato dai libri di diritto che sta tentando di studiare.

al nostro bruno serve un telefono per tentare di raggiungere certi amici con cui aveva un appuntamento, andato perso perchè il cortona è arrivato un'ora dopo.

il cortona, che non è solo un personaggio di un film che è diventato uno dei capolavori del nostro cinema, è un modo di essere e di fare; un aggettivo o un sinonimo di esso.

il cortona, bell'uomo alto e con un fisico che si guarda senza essere palestrato(che all'epoca significava, essere un ercole o un maciste)probabilmente dovuto al fatto che quasi sicuramente non dorme mai o dorme pochissimo, è il tipico personaggio che avrei guardato con circospezione se non con malcelato snobismo.

sua moglie lo ha conosciuto in divisa, finita la guerra, ma solo perchè gli piaceva addosso.

insomma un cialtrone che si barcamenava durante la guerra e che continua a farlo ora che l'italia sta cominciando a vivere un certo benessere.

bruno chiede di fare una telefonata, ma roberto lo invita incautamente a salire per farla lui.

dopo essersi rinfrescato in casa di roberto, sotto suo invito, aver rotto una mensolina nel bagno in posizione critica già precedentemente e aver fatto una gaffe sulla foto della madre di roberto(dialoghi indimenticabili); il nostro studente si ritrova senza nemmeno saperlo sulla mitica lancia aurelia B24 in quello che sarà per lui, IL VIAGGIO  della sua vita.

bruno e roberto sono i due poli che non si sarebbero mai attratti e roberto inizialmente si fa un sacco di propositi negativi nei confronti di bruno, tutti mentale e definitivi e inderogabili, salvo poi illuderli e mandarli in malora, qualora il veggente bruno gli chiede esattamente ciò che roberto si sta mentalmente interrogando e accettando ciò che non voleva.

doveva essere un pranzo a pochi chilometri e poi invece l'aurelia sfreccia sempre più lontano, allontanando roberto dai suoi propositi solitari estivi.

tutti i ristoranti dove si doveva mangiare benissimo, erano ciofeche trascurabili; l'inseguimento delle due tedeschine deluse dalla mancanza di risolutezza da parte del machio italiano, al cospetto di un cimitero(dio, patria e famiglia); la gag coi pretini rimasti a piedi che parlano latino(come se dice non abbiamo?... non habemus.... non habemus!!!!!); l'incidente mortale dell'autotrasportatore di frigidaire dove bruno si ferma pensando di poterli rivendere come merce usata, salvo prendersi una multa nonostante il cartello che dice di essere un deputato(a lei ci penso io!!! gli promette il vigile bolognese, compilando la multa), fino ad arrivare alla villa degli zii che roberto ricorda con occhi di bambino, traditi dal passare del tempo.

insomma cortona si trascina dietro roberto per avere compagnia, per pagare i conti e per perdere del tempo, tra un appuntamento perso, uno lasciato andare e malauguratamente ritrovato.

cortona è un furbetto che ha imparato a sbarcare il lunario; viaggia su una decapottabile usata, tutta rattoppata, macina chilometri su chilometri; affascinante e bello corteggia le donne trovando la sua fortuna con le donne impegnate che hanno voglia di un fuori via dal matrimonio; ha una figlia che vede di rado ma dalla quale viene a sapere che lo pensa spesso; uno che ha poca voglia di lavorare ed escogita tutti i mezzi per guadagnare senza troppo faticare se non guidare; uno che teme le malinconie e le tristesse e i crepuscoli e per questo è sempre perennemente in ballo, perchè tutto ciò che si può ottenere è meglio ottenerlo, prima che sia troppo tardi.

per roberto, dopo le iniziali grosse diffidenze, invece è un maestro di vita che gli dimostra che la vita va presa per le corna, prima che sia lei a prenderti a cornate.

forse bruno non ha torto, pensa roberto, quando gli aveva detto che era forse meglio studiare diritto spaziale... per capire chi tra le due aeronavi spaziali ha ragione se si intruppano...

quei due giorni di vita in cui non si ha avuto tempo per pensare; passando da un sorpasso azzardato all'altro; da una moglie assuefatta alle vitellonate del marito; un idustriale del nord che lo ha disgraziatamente beccato nello stesso night club dove si fermano; l'incontro con il fidanzato stagionata della figlia minorenne lilli; i tramonti e le albe che quasi senza soluzione di continuità si alternano, dormendo sugli sdrai, per roberto sono stati un'epifania.

gli ha fatto ritrovare il sorriso, una vitalità che di sè non conosceva, il coraggio di cercare la dirimpettaia di cui si è innamorata, ma che lei di lui non sa nulla; i soldi che escono (di roberto) e che rientrano per una fortuita partita a ping pong vinta contro bibi(claudio gora) l'uomo che si accompagna alla figlia e le fa da anfitrione....

tutto ciò per roberto è così tanto, così troppo, per lui incatenato a ricordi falsati dall'infanzia sempre più lontana, che spinge bruno a superare, a spingere sull'acceleratore, a gridare la sua gioia di vivere ad ogni curva sempre più stretta e sempre più inprevedibile!

il SORPASSO è un capolavoro del cinema, ma non rende assolutamente cosa vuol dire per me ogni volta che passa in tivù e ho la possibilità di rivederlo.

è come se io avessi vissuto quegli anni d'oro in bianco e nero, prima di arrivare alla recessione dei grigi anni di piombo di fine decade e inizio settanta.

è un film che dai brividi, per certi sguardi illuminati che roberto riserva a bruno, ma soprattutto per il buio e lo horror vacui che traspare da certe occhiate di bruno, VITTORIO GASSMAN  ......I  M  M  E  N  S  O....., solo questo riesco a dire di lui, e gliene sarò sempre grato, a lui a dino risi, sonego, scola e maccari per avermi fatto amare questo film e il cinema, e per le sensazioni così adulte che da sempre accompagnano le mie visioni di questo immenso pezzo di cinema e di vita

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