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La via lattea

Regia di Luis Buñuel vedi scheda film

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La recensione su La via lattea

di giansnow89
1 stelle

L'incorreggibile satiro Luis Bunuel stavolta l'ha fatta fuori dal vaso.

L'incorreggibile satiro Luis Bunuel stavolta l'ha fatta fuori dal vaso. La sua ossessione per la Chiesa, più patologica che intellettuale, aveva pur prodotto diverse grandi opere, tanto grandi per lo spettatore quanto utili all'autore come terapia e sfogatoio contro il male che lo affliggeva. Ma questa Via lattea, come la dobbiamo interpretare all'interno del corpus filmografico di Luis Bunuel, laddove al bersaglio consueto, la struttura ecclesiastica, la più perfetta e organizzata S.p.A. concepita dalla nascita dell'uomo ad oggi, si sostituisce una generica ed insensata rabbia verso il messaggio stesso del Cristo? Dietro l'inganno di un involucro elegante ed asciutto, Bunuel nasconde un'opera crassa che ricicla i più vieti luoghi comuni sulla religione cristiana. Stavolta non si limita a mettere alla berlina come sempre la Chiesa cristiana con i suoi riti, i suoi fallibili ministri e le sue contraddizioni terrene, ma il mirino si sposta più in alto, addirittura al Cristo. Questi viene mostrato come un omuncolo banale e mediocre, che blatera vuote parole che appaiono vuote a Lui stesso che le pronuncia. Non sarebbe più quindi la Chiesa che nel suo agire secolare ad aver svisato il messaggio del Cristo (come per esempio Bunuel sembrava voler dirci in Nazarìn, il suo capo d'opera), ma è la Parola stessa del Cristo stesso ad aver germinato quella Chiesa che l'autore tanto disprezza. L'obiettivo del nuovo ordine sessantottino, al servizio del quale il film di Bunuel si pone, è espungere Dio e Cristo dal mondo, colmando il vuoto col materialismo più spinto, la liberazione sessuale, lo scientismo, il positivismo, il relativismo morale. "Dai loro frutti li riconoscerete": ora che il sogno ateo di Bunuel è divenuto realtà, ne possiamo constatare i velenosi frutti. Immaginate impedire la vita a milioni di persone ree di non essersi iniettate un farmaco contro il raffreddore, immaginate pensare di definire uomo una donna che alla mattina si sveglia e dice di sentirsi uomo, immaginate avere come orizzonte di senso lo spritz o la foto su Instagram o lo smalto per uomini di Fedez. Beh, Bunuel intende presentarci come babbei due uomini che duellano con la spada a fil di sottili disquisizioni teologiche. Ci perdonerà se noi inossidabili babbei persistiamo nel preferire quel mondo a questo. 

 

 

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