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Juke Box, urli d'amore

Regia di Mauro Morassi vedi scheda film

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FABIO1971

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La recensione su Juke Box, urli d'amore

di FABIO1971
4 stelle

Scritto da Ottavio Alessi, Ugo Guerra (autori anche del soggetto) e dall'esordiente Fabio De Agostini sulla falsariga del successo di I ragazzi del Juke-Box di Lucio Fulci, è un'innocua ed esile commediola diretta da Mauro Morassi con l'unico scopo di cavalcare l'onda lunga del fenomeno juke-box, nuova moda dell'Italia ai tempi del boom, e di allineare le esibizioni canore degli idoli nostrani (Mina, Adriano Celentano, Giorgio Gaber), innestandole su un canovaccio strampalato (una produttrice discografica che impone ai propri dipendenti di non sposarsi finchè non avrà trovato, lei per prima, un marito), da cui poi si dipanano le varie sottotrame dei personaggi di contorno. Gli sviluppi della commedia, infatti, si rivelano di flebile spessore e scarso interesse, banalizzati ulteriormente da gag dozzinali e frequenti cadute di tono che rallentano il ritmo della narrazione ed a cui neanche il nutrito cast d'interpreti riesce a regalare spunti preziosi (gli unici a cercare di miracolarne la fiacchezza con la loro istrionica presenza scenica sono Mario Carotenuto e Marisa Merlini). Restano nella memoria solo qualche notazione di costume nell'esplorazione del sottobosco dell'industria discografica ed alcuni classici della canzone italiana dell'epoca in colonna sonora (Tintarella di luna, Teddy Girl, Mai, Desidero te, Splish Splash e molte altre).

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