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Brivido nella notte

Regia di Clint Eastwood vedi scheda film

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La recensione su Brivido nella notte

di scapigliato
8 stelle

Per scrollarsi di dosso il Duro invincibile, e a tratti soprannaturale, dei precedenti film di Leone, il vecchio Clint sceglie un personaggio che si fa sopraffare da una donna, il sesso debole, e ne viene manipolato fino all'impotenza. Fin da questo suo primo film, l'Eastwood che non piaceva ancora alla critica perchè come attore era fuori tempo (siamo nei '70 di De Niro, Nicholson, ecc..), e come regista non aveva detto ancora la sua, fa tesoro delle regie di Don Siegel, e un po' meno di quelle di Leone, sfornando comunque un bel film solido e vincente. E' un thriller che punta più su il gioco di caratteri che sull'articolazione della trama, nonostante Eastwood superi fin dall'inizio l'ingombrante titolo di "ultimo dei classici" conservando sì una linearità narrativa del cinema classico, ma non trascurando le novità grammaticali degli anni '70. Attore legnoso, che dicevano adatto alla serie B, Clint Eastwood, fin dagli esordi, credo invece che stravolga l'idea stessa di attore. Infatti, ci pone indirettamente il quesito: è grande attore solo il camaleontico e il virtuoso? Oppure la grandezza sta anche nel creare un personaggio/segno capace di veicolare il Mito? Probabilmente, senza troppe menate mentali, Eastwood sta per la seconda. Lo stesso quesito può ripetersi per l'idea di Cinema: è film d'autore, quindi degno di essere ricordato, solo il prodotto cerebrale e sofisticato, fatto di sole poetiche, sperimentazioni e impegno civile? Oppure, ed è quello che piace a me, è degno di ricordo anche un film che ha semplicemente una storia da raccontare? Credo che anche in questo caso, il grande e inarrivabile Clint Eastwood, opti per la seconda, a conferma, tra l'altro, di una predilezione per un Cinema di rappresentazione e traduzione prima ancora di un Cinema come orgasmo intellettuale e solitario. Ma mi vien da chiedere, pur contraddicendomi: non è forse uno sforzo intellettuale e autoriale anche quello di rappresentare la vita, con un'altra vita, quella finta del grande schermo, anche attraverso il Mito popolare e il genere? Mito e genere, snobbati in pieno dai sofisticati ed eleganti autori europei e americani, hanno in cuor loro la bellezza dell'eternità. E' per questo che oggi siamo ancora qui a godere del viso rude di Eastwood e dei suoi film.
Ma "Brivido nella Notte" non è semplicemente il prototipo del cinema "classico che sta ai tempi" che fa appunto Eastwood, ma è anche un'indagine, seppur lieve, sul Mito stesso, in cui troviamo certi luoghi eastwoodiani che diventeranno poi la sua vera e propria poetica. Come per esempio i paesaggi naturali umanizzati (qui una sempre presente scogliera arcigna e pericolosa); gli interni domestici sempre scuri, in ombra, soffocati, come a certificare che l'intimo, il personale, l'anima del protagonista sono luoghi segreti, taciuti, dimessi, tipici dell'antieroe solitario; la durezza e la brutalità di caratteri che nascondono una sensibilità ancora più forte, che va però preservata e nascosta per difenderla e mantenerla integra; la buona musica blues e jazz che tanto piace al nostro Mito, tanto da essere una componente essenziale nella definizione di personaggi, luoghi e contenuti. E così, la prima lezione che Eastwood regista/attore/Mito ci regala è quella di un Cinema che, attraverso la compenetrazione di più arti (recitazione, musica, pittura, letteratura) racconta con durezza e partecipazione anche i lati duri, cattivi, scontrosi, di un uomo qualunque, di un antieroe direi con affetto, che attraverso la magia della proiezione diventa Mito.

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