Regia di Aldo Fabrizi vedi scheda film
Terza parte a tutti gli effetti (tranne il cognome) delle avventure della famiglia Passaguai. La trama è questa volta esilissima, poco più di un pretesto per permettere a Fabrizi di esibirsi in un one-man-show nel ruolo della lavandaia isterica.
Dopo il successo di “La famiglia Passaguai” e “La famiglia Passaguai fa fortuna”, Aldo Fabrizi ne gira in tempi brevissimi una sorta -non dichiarata- di terza parte, seppur cambiando il cognome dei personaggi. Le differenze non si esauriscono qui, in quanto questa chiamiamola così parte terza vira decisamente verso il territorio farsa totale, puntando a far ridere senza quelle ambizioni di analisi sociale che i primi due film possedevano. Il risultato non è certo un capolavoro, esilissimo quanto a trama ma tenuto in piedi da un Fabrizi mattatore assoluto nei panni della lavandaia (sull'orlo di una crisi di nervi). Molto divertenti, in particolar modo, la scena in cui Giuseppe/Giuseppina si azzuffa sul terrazzo con le coinquiline, e quella dell'ilare visita dallo piscanalista interpretato da Paolo Stoppa. Nel complesso è questa un'opera non certo essenziale all'interno della storia della commedia italiana ma che comunque val bene una visione.
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