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La bionda esplosiva

Regia di Frank Tashlin vedi scheda film

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La recensione su La bionda esplosiva

di Antisistema
8 stelle

Frank Tashlin é quello che si dice a tutti gli effetti un'artista poliedrico, dapprima fumettista, poi animatore, per passare successivamente a scrivere sceneggiature e gag per i fratelli Marx, ed infine negli anni 50' il passaggio alla regia. 

Il suo background artistico si nota chiaramente nei suoi film, di cui Bionda Esplosiva (1957) rappresenta uno dei suoi risultati più felici se non il migliore in assoluto, mostrando uno stile originale e molto lontano dalle commedie americane dei vari Lubitsch, Cukor ma anche quelle contemporanee di Billy Wilder, con cui però condividevano l'analisi e le ossessioni della società americana, ma Tashlin rispetto al regista viennese non si affidava al dialogo, ma ad un umorismo più "fisico", con un registro satirico mescolato alla profondità di campo con vari orpelli e stimoli visivi della cultura pop.

Nel cinema di Tashlin la moda musicale contemporanea, si mescola con il mezzo televisivo, il fumetto, il cartone animato, la moda e la cultura di massa imperante, che privilegia l'apparire rispetto a l'essere; lo imparerà a proprie spese il protagonista Rockwell Hunter (Tony Randall), la sua ragazza Jenny (Betsy Drake), alle prese con estenuanti allenamenti fitness per tonificare il fisico secondo i canoni dell'immagine pubblicitaria perfetta che finiscono per ridurla in una sorta di rigor mortis, e soprattutto il loro capo Junior (John Williams), tanto stronzo in apparenza quanto triste umanamente, perché costretto per tutta la vita a conformarsi alle aspettative della società e del padre, arrivando a reprimere la sua passione per il giardinaggio e la cura delle rose. Ma d'altronde la vita è ingiusta, visto che i competenti conducono una vita grama, mentre gli ignoranti vengono catapultati in cima; ed il luogo fisico che testimonia l'ingiustizia non può essere che il "cesso", posto del quale Rockwell otterrà le chiavi da dirigente una volta riuscito a scalare le gerarchie grazie alla sua intuizione di sfruttare la nota attrice Rita Marlowe (Jayne Mansfield), come testimonial per la campagna pubblicitaria di un rossetto, commissionata alla società per cui lavora.

 

Jayne Mansfield

La bionda esplosiva (1957): Jayne Mansfield

 

Tashlin conosce il mezzo cinematografico, mostrando sin da subito una certa sfacciataggine miniaturuzzando il protagonista vicino al logo della Fox, rompendo subito la quarta parete, sostenendo la sua insignificanza e rendendo così molto interessanti il momento dei titoli di testa, dove subito viene messo in chiaro l'umorismo del regista ed il tono del film.

Tashlin si scaglia contro i meccanismi del successo ed il mondo della pubblicità, capace di trasformare uomini medi ed insignificanti come Rockwell, in persone famose ed improvvisamente cool, perché il potere della TV rende possibile in un attimo il sogno americano consentendo ad una persona comune di poter essere un vincente, ritrovandosi così ad essere rincorso dietro da uno stuolo scatenato di fangirl adoranti. 

Il personaggio di Rita Marlowe costruito sulle curve e le forme sproporzionate di Jayne Masfield, racchiude in sé tutta l'ipertrofia della società dei consumi, fatta di immagini aggressive, bombardamenti visivi e saturazione cromatica; l'attrice con i suoi versi e gridolini è una sorta di parodia dell'oca bionda senza cervello tarata chiaramente sulla figura di Marylin Monroe. Jayne Mansfield ne rappresenta la versione spinta all'eccesso e debordante, contenuta a fatica dall'enorme quantità di schiuma nella vasca da bagno, la donna che tutti vorrebbero e la miglior baciatrice che ci sia, una perfetta imprenditrice di sé stessa, fino a quando la medesima società che velocemente in una manciata di film la rese una diva, in poco tempo le voltera' le spalle, condannandola a restare per sempre una copia di Marylin Monroe, sfruttata dalla Fox come strumento per convincere quest'ultima a rigare diritto come attrice. Una satira divertente, colma di citazioni, auto-citazioni e riferimenti alla contemporaneità, che ci regala un frullato pop visivo pazzoide, frizzante, forse un po' kitsch e indubbiamente qua e là un po' invecchiato, ma Will Success Spoil Rock Hunter? (Un titolo originale molto arguto rispetto a quello generico italiano) tutt'oggi è una pellicola sfacciata, briosa e un interessante oggetto di studio per certa critica, che prima di dare aggettivi o epiteti come "capolavoro pop" a robaccia come Avengers Endgame (2020) o Spiderman Homecoming (2017), per via forse della fotografia con cromature da fumetto in taluni punti ma solo come specchietto per allodole nerd, dovrebbe conoscere molto meglio la storia del cinema e rivalutare registi americani come Donen, Edwards, Raimi e Talshin, il cui cinema tutt'oggi è la vera freschezza pop.

 

scena

La bionda esplosiva (1957): scena

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