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La recluta dell'anno

Regia di Daniel Stern vedi scheda film

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La recensione su La recluta dell'anno

di FilmTv Rivista
4 stelle

Un undicenne si rompe un braccio giocando a baseball. Viene ingessato e i suoi tendini si accorciano. Di conseguenza il braccio diventa una molla capace di scagliare la palla velocissima. Ce n'è abbastanza per diventare lanciatore nei Chicago Cubs, squadra professionistica ma scalcinata e con i conti in rosso. Il ragazzino è affidato alle cure di un lanciatore (Gary Busey) in declino e visibilmente sovrappeso. Oltre a insegnare al piccolo prodigio la fiducia in se stesso, ne corteggia la madre, che non dice di no. E' questa la storia raccontata ne La recluta dell'anno di Daniel Stern (che con Joe Pesci era il cattivo in Mamma, ho perso l'aereo). Appresa dunque l'arte del film per bambini, Stern la propone a modo suo, sia come regista, sia come attore (nei panni dello stralunato allenatore). Tutto è prevedibile e risaputo ne La recluta dell'anno, tranne le regole del baseball, praticamente incomprensibili per il pubblico italiano. Va bene, è estate, i cinema che restano aperti qualcosa devono pur proiettare, ma allora è meglio pescare qualche filmetto in Europa. Difficilmente sarebbero peggiori.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 31 del 1994

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