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Il giardino di cemento

Regia di Andrew Birkin vedi scheda film

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La recensione su Il giardino di cemento

di barabbovich
6 stelle

Il successo di Ian McEwan è in larghissima parte attribuibile alla sua capacità di vellicare i prudori del pubblico femminile, abbattendone i pudori. Ecco perché il cinema in diverse occasioni si è servito dei suoi romanzi, come  L'innocenza del diavolo, L'amore fatale ed Espiazione. Quanto alla capacità di raccontare storie morbose, Il giardino di cemento non ha nulla da invidiare alle altre opere e, anzi, forse le batte tutte, mosso dall'urgenza evidente di scodellare sotto gli occhi dello spettatore quanto di più pruriginoso possa ricavarsi dal romanzo. Ecco allora che la storia di una famiglia inglese degli anni '60, madre inferma e padre dispotico con quattro figli, diventa l'occasione per raccontare le ossessioni erotiche del sedicenne di casa (Zischler), un adolescente scapestrato in piena esplosione ormonale, che con la sorella maggiore (Gainsbough, di cui il regista è lo zio) seppellirà la mamma nello scantinato di casa per non essere affidato ai servizi sociali e con lei stabilirà una relazione incestuosa. Se il film di Birkin, regista mediocre, riuscisse minimamente a mettere a fuoco le inquietudini sentimentali, forse allora avrebbe avuto qualche ragion d'essere. Così com'è non sembra altro che la giustapposizione di episodi messi lì per scandalizzare un pubblico ormai assuefatto.

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