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Black Sunday

Regia di John Frankenheimer vedi scheda film

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La recensione su Black Sunday

di Baliverna
9 stelle

Un manipolo di esaltati progetta con lucida follia un tremendo attentato terroristico, forse dimenticando in corso d'opera le motivazioni politiche da cui hanno preso le mosse.

Proprio interessante questo film sul terrorismo, e mi pare quasi superfluo aggiungere che abbia una sua valenza profetica. Da quando è stato girato ad oggi, infatti, l'argomento è diventato tristemente attuale e verosimile. Il terrorismo islamico ha preso infatti proprio questa direzione. Frankenheimer non è nuovo, tuttavia, a intenzioni profetiche, come quando girò "Va' e uccidi" proprio l'anno in cui Kennedy sarebbe stato assassinato.
Il regista, oltre che raccontare con sicurezza una vicenda complessa e ricca di personaggi, sembra voglia indagare le personalità dei terroristi e le loro motivazioni profonde, più ancora che quelle "ufficiali". Queste rimangono peraltro sbiadite, forse per necessità di approfondire altri temi o forse per sostenere implicitamente la loro inconsistenza rispetto alle motivazioni profonde. Il personaggio di Bruce Dern, ad esempio è un traumatizzato dal Vietnam e umiliato nella sua virilità dall'abbandono della moglie. E' un frustrato insomma, il quale si direbbe che cerchi una rivalsa nel colossale atto di terrorismo che progetta. Sia in lui che nella sua collega donna colpisce il cinismo assoluto e il disprezzo della vita umana. Si può qui citare l'episodio del test di quella strana mitragliatrice sul povero guardiano nella baracca nel deserto, o il momento in cui la donna crede di non riuscire a compiere l'attentato: è presa dall'angoscia e dalla disperazione, perché sembra sfumata una per lei bellissima e ambita occasione. Del film non ho trovato interessante tanto la trama, quanto appunto questo scandagliare queste personalità disturbate e sottilmente perverse.
La parte finale è un buon esempio di suspense e di azione, ma io tutto sommato preferisco gli altri tre quarti di film, dove si apprezza la precisione e la mano solida di Frankenheimer. C'è una certa dose di violenza, ma essa è esclusivamente funzionale a comunicare spietatezza dei terroristi, i quali se si preparano per uccidere 80.000 persone, figuriamoci cos'è per loro qualche singolo disgraziato che gli mette i bastoni tra le ruote. In un certo senso, è un film profondamente umano.
Da riscoprire in fretta; o forse sarà per la sua troppa attualità che la pellicola latita dagli schermi e dai dischetti?

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