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Io speriamo che me la cavo

Regia di Lina Wertmüller vedi scheda film

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La recensione su Io speriamo che me la cavo

di Lina
8 stelle

Traendo spunto dal libro omonimo composto da temi scritti dagli alunni di una scuola elementare di Arzano, questo film denuncia con graffiante comicità, il degrado sociale di Corzano invece e lo fa servendosi di una narrazione irresistibile che ha per soggetto proprio il contenuto di quei temi.

La Wertmüller è riuscita a donare alla pellicola un sapore autentico che l'ha resa un'opera speciale e genuina. Girata in buona parte a Taranto anzichè a Napoli, possiede una trama spassosa e ricca di buoni sentimenti, che riesce ad affrontare con il giusto tatto anche tematiche più serie come la delinquenza giovanile, lo sfruttamento del lavoro minorile e la povertà.

Incidono soprattutto i dialoghi, le battute schiette e pungenti e le naturali interpretazioni di tutti i giovani protagonisti. In più, si gode della presenza di un inedito Paolo Villaggio in un ruolo non "Fantozziano", ma in un ruolo semplice e comune, quello del saggio maestro Sperelli che cercherà di convertire in buoni principi ed in onestà, tutto il marciume, l'immoralità, la volgarità e l'ostilità dei suoi selvaggi scolari bambini.

 

Lina Wertmüller

 

Eccellente lavoro a mio avviso.

 

Paolo Villaggio

 

Bravo, in quest'occasione ha potuto togliersi di dosso l'etichetta di "Fantozzi" dimostrando di saper recitare anche in maniera più seria e normale.

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