Un po’ Romero, un po’ Jean-Pierre Melville, uno dei capi d’opera della carriera di Bertrand Bonello, Nocturama, riesce – con un ritmo serrato nella prima parte e contemplativo nella seconda, quasi endiadi agli antipodi – a dipingere il definitivo Dies Irae e insieme clamoroso repulisti della civiltà occidentale, sancendone col finale l’irredimibile empietà.

Un gruppo di giovanissimi cittadini francesi organizza con precisione matematica e millimetrica una serie di attentati a luoghi cardine dello Stato, banche, monumenti, uffici amministrativi, e poi si riunisce in un centro commerciale chiuso in attesa che gli effetti della sovversione diano i loro frutti. A dispetto di ciò che hanno fatto notare molti critici (forse biased), c’è una certa eterogeneità sessuale, etnica, culturale nel gruppo di giovani terroristi (certo nessuno sembra esattamente un sottoproletario ma cionondimeno non v’è quella uniformità “programmatica” che molti vi hanno voluto vedere).

Quello che invece è fuor di dubbio è il nichilismo di fondo delle loro intenzioni: non c’è una chiara ideologia nel loro terrorismo, né precise rivendicazioni. Solo il gusto anarchico dell’apocalisse, il quale si manifesta però in giovani ordinari, quasi stereotipati, magari determinati ma anche apatici.

Bonello quindi sembra voler raccontare il nichilismo generazionale (i richiami a Elephant di Gus Van Sant sono evidenti), il vuoto di idee (ma non di sentimenti), la confusione spirituale e ideologica di un’intera epoca, e mostrarcene infine gli effetti: farci assistere all’apocalisse del fragile (seppur complesso) mondo che abbiamo faticosamente ricostruito negli ultimi decenni. Un mondo che può deflagrare e detonare con un minimo di organizzazione, anche se privi di un’idea forte. Ma il finale è – se possibile – ancora più radicale e nichilista di ciò che lo precede.

Asserragliati in un centro commerciale che è epitome ed emblema dell’umanità là fuori, specchio riflesso degli stessi giovani terroristi, gli impavidi anarchici vengono scovati. I poliziotti delle squadre speciali, le tute blu, (i celerini diremmo noi), entrano silenziosamente nell’edificio e uno ad uno li uccidono tutti. Quasi nessuno dei ragazzi ha il tempo di reagire, nessuno imbraccia un’arma, nessuno è minaccioso, qualcuno viene addirittura ucciso di spalle, tutti si nascondono e trovano la morte rannicchiati in un angolo.

La polizia – i rappresentanti dello Stato – è crudele e sanguinaria, e si muove nell’ombra, senza neanche chiedere ai criminali di arrendersi, uccidendo persino un senzatetto innocente e la sua compagna, che avevano trovato rifugio nell’edificio. Senza clamori, senza troppi spari consecutivi, né colonna sonora concitata.

Bonello – nel suo personale epitaffio all’Occidente – si concentra, più che sul terrorismo (di fatto non ci viene svelato l’esito degli attentati), sul momento della repressione, il momento in cui lo Stato si rivela per ciò che è, freddo reazionario brutale e privo di alcuna empatia. L’ultimo ragazzo, Samir (Illias Le Dorè), capisce di non poterne uscire e allora chiede “Aiuto” ripetute volte agli agenti: è di fatto un giovanissimo che chiede a una istituzione di salvarlo, prova a emettere quella invocazione che forse fino ad allora non aveva mai esplicitato, ma stavolta è chiara, non può essere ignorata.

Invece gli agenti lo freddano e il film si chiude sull’immagine di un rogo. Il rogo dei monumenti, della società, della gioventù, delle istituzioni. Il rogo della promessa di un’utopia trasformatasi velocemente in opprimente distopia. Che non lascia scampo neanche a chi implora aiuto.

Il film
Nocturama
Drammatico - Francia 2016 - durata 130’
Titolo originale: Nocturama
Regia: Bertrand Bonello
Con Finnegan Oldfield, Vincent Rottiers, Hamza Meziani, Manal Issa, Martin Guyot, Jamil McCraven


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