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Crisis in Six Scenes

1 stagioni - 6 episodi vedi scheda serie

Serie TV Recensione

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La recensione su Crisis in Six Scenes

di silviodifede
9 stelle

Più che una serie è un film diviso in sei parti ma va benissimo così, perché Allen ci regala una serie intelligente e divertente senza mai cadere di tono.

Passato piuttosto in sordina (forse perché in Italia ci siamo abituati un po' tardi a questi servizi di streaming come Amazon Prime), Crisis in Six Scenes è un prodotto da ripescare, non fosse altro per la curiosità di vedere uno come Woody Allen misurarsi con il mezzo della serie e soprattutto perché potrebbe essere a tutti gli effetti l'ultima volta che vedremo il vecchio Woody recitare.

In realtà Allen si adatta alla serialità a modo suo, visto che si trattano di sei puntate di poco più di 20 minuti, a formare in sostanza un film che supera di poco le due ore ma tagliato in sei parti. Ma basta vedere subito la prima scena dal barbiere per capire che Woody è ancora sé stesso, è ancora capace di divertire nel suo modo personale e molto superiore rispetto alla media. Qui lo vediamo davanti alla macchina da presa per la prima volta da quando ha compiuto gli 80 anni e lo ritroviamo piuttosto in forma: le solite ansie, il solito personaggio ipocondriaco (strepitosa la scena dal medico, uscendo dal quale si capisce che aveva scambiato le labbra screpolate per una cancrena!) tipicamente alleniano si sposano ancora benissimo al vecchietto della medio-alta borghesia, facendo pensare che il newyorchese possa ancora dare qualcosina anche da attore, non solo da autore-regista.

 

La serie scorre molto bene, con parecchi momenti surreali dovuti al personaggio di Miley Cyrus, sorprendente (un po' come un'altra ex Disney Selena Gomez nell'appena uscito Un giorno di pioggia a New York) perché riesce a risultare tutto sommato credibile nel ruolo da rivoluzionaria, nei discorsi politici maturi che nessuno metterebbe in bocca a una ex starlet della Disney. Allen invece ci prova e ci riesce con ottimi risultati, ottenendo dalla Cyrus anche qualche scontro generazionale parecchio divertente, con le battutine piccate e sarcastiche della giovane nei confronti dell'anziano (specialmente nella terza puntata). Miley Cyrus entra nella scena come un ordigno che scombussola le vite di tutti, portando a situazioni abbastanza deliranti come le vecchiette borghesi del club del libro che finiscono per leggere e citare con convinzione nientemeno che Mao o Karl Marx.

 

Sono ben centrati tutti i personaggi e a divertire è anche Elaine May, a cui spetta sostanzialmente un ruolo alla Diane Keaton: lei è la moglie di Woody Allen, che dispensa a varie coppie dei consigli stramboidi, come il portare un marito fedifrago e frequentatore di escort a pagare la moglie per provare la stessa ebbrezza, con risultati deliranti.

 

Si ride parecchio e la serie funziona anche perché Allen evita riempitivi inutili e riesce ad andare al sodo, regalandoci sei puntate di alto livello artistico, umoristico e senza mai cadere di tono. E' un Allen ancora unico nel suo stile, capace di farci ridere senza per forza spegnere le nostre cellule neuronali, anzi riuscendo a mettercele in moto.

 

Voto 9.

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