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Non ho capito niente
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Leggo (e riporto) dall'articolo sull'ultima pagina dell'ultimo numero di Film Tv un estratto del ficcante contributo di Roy Menarini.

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In mezzo a tanti limiti di un’applicazione ottusa e indiscriminata dell’autorialismo, ci pare che qualcosa vada salvato. E in particolare l’idea che il critico (o anche solo lo spettatore appassionato) debba avere rispetto per i cineasti che hanno già in passato dimostrato il loro valore e magari pensare che, prima di dare giudizi frenetici, valga la pena riflettere.

François Truffaut, in un celebre articolo fondativo pubblicato nel 1955, scriveva di un film minore di Jacques Becker: «Alla prima visione,
Alì Babà mi ha deluso, alla seconda mi ha annoiato, alla terza mi ha appassionato e incantato. Senza dubbio lo rivedrò ancora».

Ecco, su Facebook e su piattaforme simili, una frase del genere sarebbe surreale. Nessun moralismo, per carità, ma la tendenza recente a decidere e sentenziare subito è ben nota, e raramente le opere irrisolte meritano una seconda chance. Di base, invece, si tratta di un insegnamento importante.

Siamo noi che dobbiamo andare verso il film e non il film a doversi conformare alle nostre attese
, visioni del mondo, abitudini, soglie. Certo, siamo pienamente liberi di rifiutarlo e rigettarlo. Ma se ci definiamo cinefili (auto-consacrazione tra le più disinvolte e affrettate), di fronte a un film meno convincente di un autore che amiamo, sarà il caso di rivederlo, ripe(n)sarlo, analizzarlo. Ponendosi la domanda più importante (e meno di moda): «E se fossi io a non aver capito niente?».

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La domanda mi sembra pertinente e ha prodotto come prima conseguenza la ricerca nella mia memoria dell'ultima volta in cui sono rimasto deluso da un film di un regista che avevo apprezzato in altre occasioni. Ma al di là di questo, che è argomento personale e che comunque magari rimetterò in gioco con più profondità in futuro, credo sia più interessante e condivisibile il secondo pensiero che mi ha scatenato. Ossia: mi sembra chiaro che viviamo in un'epoca di apparente abbondanza di prodotti audiovisivi. Ogni giorno, in tv, anche solo tra i canali in chiaro, ci sono tra i venti e i trenta film da vedere. E lasciamo perdere la disponibilità di film e serie che ci vengono proposti dalle piattaforme. Al cinema la scorsa settimana sono usciti cinque nuovi film che si sono accaparrati più di cento sale.

Sta di fatto che, mi rendo conto, sono quasi incapace di decidere di dare ad un film che mi ha deluso una seconda chance: mi sembra che ci sia sempre qualcosa "di nuovo" da vedere che gioca a sfavore della possibilità che io dedichi nuove energie ad un film che "non mi è piaciuto". Questa propensione verso il nuovo, inoltre, gioca anche a sfavore della possibilità che io mi ponga in termini autocritici verso la mia capacità di capire e così, in tutta onestà, non so dire quando sia stata l'ultima volta in cui mi è sorto il dubbio di non aver capito niente.
 

Eppure lo so benissimo che esistono momenti, umori, circostanze avverse che uno dovrebbe considerare prima di liquidare un film di un regista, che altre volte ci ha sedotto, con un secco "No". Ecco, l'idea che siamo noi a dover andare verso un'opera e non l'opera a doversi "conformare alle nostre attese, visioni del mondo, abitudini, soglie" mi sembra molto interessante e, a pensarci bene, si tratta di un atteggiamento che uno potrebbe e dovrebbe mettere in atto anche verso il mondo.

In fondo con un film potrebbe anche essere più facile, potrebbe essere una specie di palestra per esercitare la splendida arte dell'adattamento.
O forse no, non ho capito niente?

Iniziate voi: qual è stato l'ultimo film sul quale avete cambiato completamente idea alla seconda (o alla terza) visione?
E uno che vi ha spinto ad ammettere di non aver capito niente?

Naturalmente la foto di copertina non poteva che essere dedicata a The Palace di Roman Polanski, film che non ha ancora smesso di produrre pareri molto contrastanti tra critici (la settimana prossima su Film Tv Paolo Mereghetti risponderà a Gianni Canova) e spettatori.
Se lo avete visto anche voi votatelo, scrivetene. Su uno di prossimi numeri di Film Tv pubblicheremo una selezione delle vostre recensioni.

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