Ieri mattina c’era questa donna delle pulizie che stava aspirando via l’acqua dal red carpet e io la stavo guardando da dietro una serie di porte a vetri chiuse mentre aspettavo che la fila (la fila?) davanti alla sala Sinopoli iniziasse a muoversi ma non si muoveva e allora continuavo a guardare questa donna che a un tratto ha lasciato cadere per terra l’aspiratore e si è messa a ballare, lì, da sola, con la musica che usciva fuori da chissà dove o forse era solo nella sua testa e mi è sembrata un’immagine bellissima e allora ho deciso di andarmene perché quello fosse l’ultimo fotogramma mentale di quel luogo e poi, oggi, volevo andare a vedere Amore Tossico all’auditorio di Via della Conciliazione, mi sembrava doveroso per quei ragazzi e per la cultura della droga di cui avevo fatto parte, in maniera diversa e in situazioni inimmaginabili, negli ultimi cinque anni ma poi ho detto di no, non ce la potevo fare a entrare in sala un’altra volta, con la gente intorno, così ho preso la macchina e ho guidato verso una montagna, la prima che ho visto in lontananza e così ho trovato una direzione e la montagna si faceva sempre più vicina e così sono arrivato al limitare di un bosco, ho parcheggiato, sono sceso e ho iniziato a camminare e dopo qualche metro c’erano solo alberi intorno a me, quale sublime, sublime meraviglia del creato e la luce fra le foglie e una bellezza senza pari e allora mi sono seduto su una roccia e mi sono messo a scrivere, respirando lentamente e c’era di nuovo calma nel cuore e un verso dei Marlene Kuntz che mi girava in testa da un pò e che il mio doppio che ha vagato per l’Auditorium voleva dedicare ad organizzatori e individui vari che mi sono passati davanti e di dietro e di lato per quasi dieci giorni - Complimenti per la festa, una festa del cazzo!
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