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Small Axe: Mangrove (2020, regia di Steve McQueen)
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Quando nel 1968, nel quartiere londinese di Notting Hill, Frank Crichlow aprì il ristorante Mangrove, istituì senza saperlo un centro di aggregazione che sarebbe diventato in breve il punto di riferimento di tutta la comunità nera della città. A far assurgere il locale a questo status furono anche e soprattutto le ripetute vessazioni ricevute ad opera della polizia, solerte nell'improvvisare retate a ripetizione accampando scuse mai documentate da indizi, né tantomeno da fatti. La sicurezza, da parte delle forze dell'ordine, che ad un'accusa nei confronti di un nero sarebbe seguita quasi certamente una condanna, portò lui ed un gruppo di persone - definiti 'Mangrove Nine' - a subire un processo che voleva essere esemplare, che nel 1971 si tenne presso l'Old Bailey, tribunale solitamente associato ai crimini più efferati. L'accusa dalla quale furono chiamati a difendersi era quella di insurrezione e sommossa: la realtà, invece, parla di una manifestazione pacifica nata in risposta all'ennesima aggressione in divisa nei confronti del locale e dei suoi avventori.

Mangrove è il primo episodio di Small Axe, miniserie in cinque atti autonomi uno dall'altro diretta e fortemente voluta da Steve McQueen, il cui obiettivo è puntare i riflettori su storie vere che (tra fine anni '60 e inizio '80) hanno caratterizzato momenti segnanti nella lotta della comunità indiana occidentale di Londra nei confronti del razzismo imperante.

Il film può considerarsi diviso in due lunghi flussi narrativi, dei quali il processo è ovviamente il secondo mentre nel primo vengono presentati tutti i personaggi principali; oltre a Frank Crichlow, che diverrà suo malgrado il leader dei 'ribelli', ma il cui primo interesse era quello di poter gestire la propria attività in pace, McQueen assegna un ruolo centrale alla 'Pantera Nera' Altheia Jones-LeCointe, da sempre combattiva assertrice della teoria del muro contro muro, e all'avvocato attivista Darcus Howe, che profeticamente in una precedente intervista in tv aveva sottolineato la necessità che la condotta della polizia cessasse per evitare il peggio; entrambi, con lui, saranno in prima fila a difendersi prima di tutto dalle elucubrazioni dell'agente Pulley, capo della polizia del quartiere e quindi mente delle retate gratuite e loro principale accusatore.
Se tutta la seconda parte, quella relativa al processo, risulta decisamente oliata e coinvolgente giungendo anche ad emozionare nel crescendo oratorio del segmento finale, qualche intoppo si incontra invece nella prima, per una vaga tendenza a calcare la mano nella separazione tra buoni e cattivi, che appare sin troppo manichea laddove non avrebbe guastato la presenza di qualche sfumatura in più.

Voto: ***½

 

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