Impressioni autunnali. Alberi, colori, l’acqua di un fiume. Dettagli. Campi lunghi. Sintassi filmica in piena libertà espressiva. Poi i lenti flussi dei pensieri. L’ipotesi di un omicidio. Un corpo sezionato dal montaggio. Una voce che pone domande. Autumn di Daria Elkonina ci immerge in una liquida dimensione audiovisiva di sensazioni, sonorità naturali e riflessioni umane, dove sono le immagini, nel loro scorrere, a creare possibilità narrative, accenni di storie, che sarà poi lo spettatore a colmare con la propria immaginazione.

I've got something for you toodi Iwo Kondefer è un algido dramma in interni innescato dai conflitti irrisolti tra una madre e la figlia. La tensione psicologica fra le due donne, creata dalle ripetute provocazioni della più giovane, viene gestita dal regista attraverso una controllata  messinscena attenta ai volti e ai corpi delle attrici, alla loro presenza nel ristretto spazio casalingo in cui si muovono, alle dinamiche emotive scaturite dal loro antagonismo.

In The trap di Nadia Riyadah lo sguardo della regista ci conduce nella desolazione architettonica, fatta di macerie e case abbandonate di una località balneare egiziana. In questi luoghi fatiscenti e isolati una giovane coppia si ritrova a dover affrontare il dolore di un’unione non condivisa e di una possibile separazione. L’uomo vedrà il proprio desiderio continuamente frustrato, la donna si offrirà a lui in maniera passiva, in una totale assenza di partecipazione. Questa la trappola in cui le relazioni umane rischiano così tante volte di cadere. Nell’illusione che l’impulso sessuale diventi amore. Nella speranza che nell’altro ci sia anche una parte di noi stessi.