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HELL ON WHEELS - Capolinea infernale
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Sogni di gloria e ossessioni di vendetta, figure bigger than life che cavalcano gli eventi e miserabili che ne sono schiacciati, fanno di Hell on Wheels una dolente epica sulla fine del Far West, conclusasi lo scorso 23 luglio con il termine della seconda parte della quinta stagione. Il titolo indica gli assembramenti eretti per spennare i lavoratori della ferrovia con saloon e bordelli, tanto che venivano ciclicamente smantellati e ricostruiti varie miglia più avanti. La prima ferrovia transcontinentale è del resto il tema della serie: distesa attraverso un territorio ancora selvaggio è stata una delle grandi imprese americane dell'Ottocento e spesso rappresentata nel cinema Western, incluso quello di Sergio Leone.

Hell on Wheels, in onda in Usa su AMC e in Italia su RaiMovie, racconta questa epica inizialmente dal versante della Unione Pacific, che partendo a costruire dall'Iowa nel 1862 aveva il compito di congiungersi con le rotaie della Central Pacific, iniziate invece nella baia di San Francisco. A capo dell'impresa Thomas Durant (Colm Meaney) è deciso a spremere il governo il più possibile, corrompendo senatori e subappaltando il lavoro, a prezzo maggiorato, a un'altra sua società, il Credìt Mobilier. Durant, come l'inarrivabile Al Swearengen di Deadwood, incarna lo spirito di un tempo in cui gli uomini più lungimiranti erano anche i più audaci agenti di corruzione. Vero protagonista della serie è però Cullen Bohannon (Anson Mount), confederato durante la Guerra Civile e ora giustiziere in cerca degli unionisti che hanno massacrato la sua famiglia, come Il texano dagli occhi di ghiaccio. Le loro tracce lo guidano alla ferrovia, dove il suo retaggio di sudista abituato a trattare gli schiavi neri e la sua abilità con la pistola ne fanno uno degli uomini di punta.

Qui diventa nemico dello Svedese (Christopher Heyerdahl), capo delle guardie di Durant e in realtà norvegese, che da subito è invidioso della sua abilità e diffidente delle sue reali intenzioni. Inoltre fa amicizia con l'ex schiavo Elam Ferguson (Common), che si innamora di Eva (Robin McLeavy), marchiata dai tatuaggi sul viso degli indiani di cui è stata a lungo prigioniera, un po' come la Debbie di Sentieri Selvaggi.

Le prime stagioni, a firma degli ideatori della serie, ossia i fratelli Joe e Tony Gayton, seguono la ricerca di vendetta di Bohannon che schiaccia su di sé la coralità del progetto in modo oltretutto poco ispirato. Con la terza stagione il timone della serie passa a John Wirth, che cambia registro a placa la brama di sangue del protagonista, facendogli abbracciare del tutto l'avventura della ferrovia e iniziando regalare episodi memorabili. Il primo è forse il finale della terza stagione, per la regia di Neil LaBute, in cui Elam viene massacrato da un orso come lo Hugh Glass di Revenant. Quando riappare redivivo nella quarta annata, dopo aver vissuto a lungo con gli indiani (in una gran bella puntata tutta per lui diretta da Clark Johnson), la sua mente è irrimediabilmente segnata da una violenta follia.

Nella quarta stagione si aggiunge alla serie anche John Allen Campbell (Jake Weber), ufficiale dell'esercito con grandi ambizioni politiche e, come molti altri personaggi della serie, veramente esistito. Il suo scontro è soprattutto con Durant, ma uno dei suoi uomini incendia la chiesa con dentro il figlio adottivo della predicatrice Ruth. La donna si vendica e rischia per questo l'impiccagione, cui però intende andare incontro senza rimorsi in uno degli episodi migliori della serie.

Solo nella quinta e ultima annata, Cullen Bohannon lascia la Union Pacific di Durant per la Central Pacific di Collis Huntington (Tim Guinee), che non si avvale di schiavi neri bensì di cinesi. È soprattutto la seconda tranche di questa stagione a lasciare il segno con un approccio inatteso: quasi un'antologia di epiloghi, dove ogni puntata scioglie uno dei nodi chiave della serie. La prima chiude definitivamente i conti tra Bohannon e lo Svedese, quindi tocca al destino di Durant, con tanto di flashforward, e a quello della cinese Mei (Angela Zhou) braccata dai gangster della sua comunità. Seguono poi l'uso della nitroglicerina per sbloccare la costruzione di una galleria e infine la gara tra la Central e la Union Pacific per arrivare per primi al punto d'incontro. La compattezza di questi episodi naturalmente può esistere solo grazie a quanto seminato nelle annate passate, ma raramente si è vista una serie affrontare la propria conclusione con un progettualità che non punta tanto al gran finale quanto a una serie di episodi a loro modo definitivi. E naturalmente a dirigere l'ultimo, in una ideale chiusura del cerchio, Wirth ha richiamato il regista del pilot David Von Ancken.

Tra le cose che più ci mancheranno della serie, probabilmente ancora più dei personaggi che hanno in fondo compiuto il proprio destino, c'è il tema musicale, l'indiavolato brano folk composto dal due volte premio Oscar Gustavo Santaolalla.


Qui i precedenti articoli della rubrica CoseSerie.

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