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Il vocabolario dei sentimenti - Speranza (7)
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Macon Leary era sul taxi che l’avrebbe condotto all’aeroporto per rientrare negli Stati Uniti. Si trovava infatti a Parigi per lavoro (scrive guide turistiche per uomini d’affari). Aveva appena avuto un incontro chiarificatore con la moglie Sarah, in albergo. La donna l’aveva raggiunto nella capitale francese per convincerlo a tornare con lei. "Non sono uno che prende decisioni di solito, ma forse non è tardi per cominciare: tu non hai bisogno di me, lo sappiamo tutti e due. Io invece ho bisogno di lei" le aveva detto. Si erano abbracciati con caloroso e sincero affetto: Sarah lo aveva lasciato andare, consapevole che quella per il marito era la scelta giusta, l’unica possibile. Macon aveva abbandonato la sua borsa da viaggio, aveva conservato con sé solo la foto del figlio Ethan, morto a dieci anni, ucciso da un rapinatore. Una tragedia che aveva scosso la routine familiare tanto da portare Sarah a chiedergli il divorzio: “Lo sai che ti amo, ma non ce la faccio più a vivere con te.” Macon aveva tentato una riconciliazione ma senza successo. Si era ritrovato solo con il cane Edward cui il piccolo Ethan era molto legato. A causa del suo lavoro, era stato spesso costretto a lasciare Edward in una pensione per cani. Qui aveva conosciuto Muriel, ragazza bizzarra e stravagante. La vitalità irrefrenabile e contagiosa di Muriel per Macon era stato un vero e proprio toccasana. Introverso e chiuso in se stesso, con Muriel l’uomo era riuscito a comunicare il suo straziante dolore, ad aprirsi, a sentirsi se stesso. Soprattutto era riuscito a ritrovare la voglia di vivere: “Mi ha aiutato, mi ha dato una possibilità in più di capire chi sono, di uscire dalla gabbia mentale della mia famiglia” aveva ancora confessato a Sarah prima di salutarla. Ora su quel taxi il suo pensiero è solo per Muriel che lo aveva seguito fino in Francia perché “hai bisogno di me: eri a pezzi prima di incontrarmi". Sulla strada che lo porta all’aeroporto vede una donna con i bagagli, pronta a ripartire. E' Muriel, inconfondibile nei suoi abiti eccentrici, con il suo look appariscente eppure così adorabile. Macon chiede al taxista di fermarsi. Incrocia gli occhi smaglianti, esuberanti e solari di Muriel, da soli capaci di trasmettergli serenità, entusiasmo e calore. Viene riconosciuto. Macon le sorride con dolcezza e simpatia: lo sguardo del’uomo è rilassato, radioso, finalmente felice. Muriel per lui rappresenta la speranza concreta e vivida di uscire da quel guscio in cui troppo spesso in passato si era chiuso per vivere in modo ovattato, senza scosse. Con lei può esserci un nuovo inizio. Non sa né può immaginare come andrà, la speranza porta con sé inevitabilmente qualche incognita. Macon però è fiducioso e determinato: sa che in questo momento Muriel, con tutto il suo carico di passione ed energia, è ciò che desidera. Un raggio di sole illumina il volto di Macon, quasi a suggellare l'intensità di quel momento. Perché in fondo Macon ha capito che nella vita "non conta quanto tu ami qualcuno, forse quello che conta è quello che riesci ad essere quando stai con qualcuno".

 

 

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