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Buio in sala: meglio soli o in compagnia?
di Utente rimosso (cinerubik)
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Serata al cinema, biglietto, pop corn, bibita, poltrona centralissima; manca qualcosa? Ah, già, la compagnia giusta. Perché se è vero che recarsi al cinema soli può sembrare malinconico, è altresì vero che è molto meglio soli che male accompagnati. Il legame che s'instaura durante la proiezione, tra lo spettatore e la vicenda narrata sullo schermo è troppo intimo per rischiare di rovinarlo, spezzarlo o interromperlo a causa di un amico o di un partner divenuto improvvisamente il terzo incomodo. Proprio così. Mica vorrete, nel bel mezzo di pellicole ricercate e che richiedono la massima attenzione, essere interrotti da domande inopportune, sgranocchiamenti di chips che sovrastano il sonoro o peggio, sbuffi di noia e baluginio di display di smartphone che provengono dal sedile a fianco? È importante considerare che anche soli potremmo non trovare la pace desiderata; personalmente, essendo un grande amante del cinema horror, ho il mio più acerrimo nemico in una grande piaga dilagante: i gruppi di ragazzetti adolescenti chiassosi che per ostentare coraggio agli occhi delle pupattole che li accompagnano non fanno altro che denigrare il film, deridendo questa o quella scena e bombardando timpani, nervi e la mia santa pazienza con commenti del tipo: "che cazzata!", "ma è impossibile!" e il gettonatissimo "Scontatissimo, l'avevo detto! Si capiva benissimo!", una sinfonia di risate e molestie capace di demolire l'atmosfera ed ecco che produzioni di buona fattura vengono "spogliate" di ogni finzione e restano nude messe in scena. Del resto, se si vuol ridere, sullo schermo gli argomenti non mancano mai e anche scene famose di capolavori come L'Esorcista o Shining si possono trovare esilaranti in mancanza di un minimo di empatia; per non parlare dei film di supereroi o alieni, facilmente ridicolizzabili se viene a mancare la giusta "ampiezza" di vedute. Certo, una soluzione ovvia è quella di cambiare posto ma non è così facile quando ciò si scontra con la politica dei cinema multisala che hanno come obiettivo quello di sporcare il minor numero di metri quadrati e servendosi delle poltrone numerate confinano cinquanta spettatori in due file anche se in sala sono disponibili altri quattrocento posti liberi; così ti tocca pure far ginnastica rimbalzando di qua e di là come una palla fino a trovare la tanto ambita poltrona che nessuno reclamerà. Altro requisito importante da possedere, "cinemando" in compagnia, è l'assertività. Se siamo carenti di questa dote, l'accompagnatore potrebbe approfittarsene e imporsi, spingendoci alla visione di film che si allontanano anni luce dal nostro genere ideale e le conseguenze sarebbero tragiche: notti insonni, sindromi di Peter Pan, malinconia, paranoia e infine... ah no, dimenticavo che i film hard non li proiettano più. Insomma, forse la compagnia perfetta è davvero impossibile da trovare e solo con l'esperienza e (nondimeno) numerosi sbagli si raggiunge tale consapevolezza; di certo il cinema in compagnia è un piacere (o almeno dev'esserlo). La magica atmosfera della sala in penombra l'abbiamo condivisa tutti nella vita, almeno una volta, con qualcuno a noi caro e la visione di un film in compagnia è una cosa alla quale non rinuncerò di certo. Cari chiacchieroni, "macchiette" e masticatori, non riuscirete a smorzare la mia passione, mi dispiace solo che non riusciate a capire che i primi a rimetterci siete proprio voi.

 

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