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Venezia 2015: Giorno 8 - Skolimowski, Anderson e Vigas in concorso
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L’ottavo giorno di proiezioni veneziane prevede ben tre titoli in concorso. Si parte con 11 Minutes di Jerzy Skolimowski, racconto collettivo con in scena un marito geloso che perde la testa, l’attrice sexy che l’ha sposato, un viscido regista di Hollywood, un incauto corriere della droga, una giovane donna disorientata, un ex galeotto venditore di hot dog, uno studente travagliato con una missione misteriosa, un lavavetri di grattacieli che si prende una pausa di troppo, un ex disegnatore di identikit per la polizia, una frenetica squadra di paramedici e un gruppo di suore affamate. Una sezione trasversale di contemporanei abitanti delle metropoli le cui vite e amori si intrecciano. Vivono in un mondo insicuro dove da un momento all’altro potrebbe capitare qualsiasi cosa. Un’inattesa concatenazione di eventi può porre fine a molti destini in appena undici minuti. A decifrare il progetto, le parole del regista: «Ci muoviamo su un terreno minato. Camminiamo sull’orlo dell’abisso. Dietro ogni angolo è in agguato l’imprevisto, l’inimmaginabile. Il futuro vive solo nella nostra fantasia. Non possiamo dare niente per certo: né fra un giorno, né fra un’ora, e nemmeno fra un minuto. Potrebbe finire tutto di colpo, nel modo che meno ci aspetteremmo. Mi piaceva cominciare il film con l’idea che il prologo sarebbe stato una sorta di cyber cimitero per i miei personaggi. Abbiamo girato la sequenza di apertura usando strumenti comuni come la fotocamera di un cellulare, la telecamera di un computer e una telecamera a circuito chiuso. Desideravo in tal modo trasmettere una sensazione di intimità, di immediatezza e di attinenza alla realtà».

11 minutes (2015): Clip 1 originale - Venezia 2015

 

Le strade della Biennale sono spesso foriere di incontri con persone che nulla hanno a che vedere con i film in gara nelle varie sezioni. Capita spesso di trovarsi di fronte a registi e produttori alla ricerca di finanziatori per i loro nuovi film e di essere riconosciuti in maniera quasi sorprendente da volti e facce che hai intervistato anni addietro. Mi è capitato ad esempio ieri con un giovane regista napoletano e il suo ‘nuovo’ produttore, con cui si è stretto un accordo per un’esperienza nuova che vivrete su queste pagine: per la prima volta, si seguirà da vicino la produzione di un film con un diario di bordo con cadenza regolare che ci racconterà tutto della produzione e dei lavori in corso.

Capita poi anche che, nella bolgia di interviste e di incontri, si riesca a realizzare una breve intervista video a un’attrice - pressoché sconosciuta al grande pubblico ma protagonista di un importante film italiano in concorso – via sms. Non chiedete però come, sarebbe difficile spiegarlo. Il risultato è visibile qui.

 

Dopo Skolimowski, tocca alla regista Laurie Anderson presentare in concorso il suo doc Heart of a Dog, sul tema della perdita, dedicato al marito Lou Reed e all’amata cagnolina Lolabelle, entrambi scomparsi. Commissionato tre anni dalla televisione Arte come saggio personale, Heart of a Dog è è un racconto personale che esplora i temi dell’amore, della morte e del linguaggio. La voce della regista è una presenza costante mentre, in un canto senza soluzione di continuità si snodano, come in una corrente, le storie del suo cane Lolabelle e di sua madre, le fantasie dell’infanzia, oltre a teorie filosofiche e politiche. Il linguaggio visivo spazia tra animazione, film a 8mm dell’infanzia dell’artista, immagini stratificate e grafica in movimento ad alta velocità. La musica, firmata dalla regista, percorre tutto il film con brani per violino solista, quartetti, canzoni ed elettronica ambient. Al centro di Heart of a Dog vi è una meditazione visiva e poetica sul “bardo”, il periodo di quarantanove giorni dopo la morte in cui l’identità viene frantumata e la coscienza si prepara a entrare in un’altra forma di vita. A Story About a Story mostra il calvario della regista nel periodo trascorso in ospedale, quando da bambina si ruppe la schiena, e come la storia divenne il suo modo di comprendere il collegamento tra eventi della realtà, autorità e memoria malfunzionante nella creazione di racconti. Teorie sul sonno, sull’immaginazione e sul disorientamento sono formulate come interrogativi sul tempo e sull’identità. È, questo, un pellegrinaggio? Da che parte andiamo?

Spiega la regista: «Come artista ho fatto musica, dipinti, installazioni, scultura e teatro. Ma sono soprattutto una narratrice. Fare Heart of a Dog mi ha permesso di tradurre la mia opera in una forma che non avevo mai utilizzato in questo modo. Benché io abbia spesso usato immagini su schermi multipli in performance multimediali, questa è la prima volta in cui cerco di collegare le storie in un film narrativo a struttura libera, ricorrendo a immagini e animazione per completare le frasi. La questione al centro di Heart of a Dog è: che cosa sono le storie? Come sono fatte e come sono raccontate? Dall’inizio alla fine mi ha guidato lo spirito di David Foster Wallace, il cui “ogni storia d’amore è una storia di fantasmi” è stato il mio mantra. Altre guide sono state per me Wittgenstein e Kierkegaard».

scena

Heart of a Dog (2015): scena

 

Terzo film in programma in concorso è From Afar del venezuelano Lorenzo Vigas. La storia ruota intorno ad Armando, un uomo benestante di mezza età che adesca giovani con il denaro. Non vuole toccarli, ma solo vederli da vicino. Segue anche un uomo d’affari più anziano con il quale sembra aver avuto una relazione traumatica. Il primo incontro di Armando con il teppista Elder è violento, ma non lo scoraggia perché è affascinato dall’adolescente, prepotente e bello. Elder gli fa visita regolarmente per interesse, ma nasce un’intimità inattesa. Quando emerge il tormentato passato di Armando, Elder compie per lui un estremo atto di affetto.

Spiega il regista: «Il titolo Desde allá si riferisce alla lontananza e alla separazione tra Armando e i suoi oggetti del desiderio, il suo atteggiamento di “guardare e non toccare”. Mi attraeva molto l’idea di realizzare un film su un uomo che non riesce a stabilire relazioni emotive con gli altri. Armando, che non permette a nessuno di avvicinarsi, a sorpresa viene brutalmente colpito dal giovane Elder, e diventa per lui una vera ossessione. Da quel momento, si crea l’illusione di essere in grado di stabilire un rapporto emotivo con qualcuno. Ma è davvero possibile?».

From Afar (2015): Trailer originale - Venezia 2015

 

Tra le altre proiezioni della giornata si segnalano Gli uomini di questa città io non li conosco di Franco Maresco, Viva Ingrid! di Alessandro Rossellini, Klezmer di Piotr Chrzan, Interrogation di Vetri Maaran, Taj Mahal di Nicolas Saada, Human di Yann Arthus-Bertrand e The Return di Green Zeng.

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