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Legami: Francois, Antoine, Jean-Pierre... uno sguardo unico direttamente dall'anima.
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Il rapporto che è nato tra Francois Truffaut e Jean-Pierre Léaud è nel mondo cinematografico più unico che raro. Tutti sanno che Léaud è il giovane protagonista del primo film di Truffaut “I 400 colpi” 1959.

 

Léaud doveva interpretare Antoine Doinel, personaggio nato dai ricordi autobiografici del giovane Truffaut. Truffaut fece molti provini per scegliere chi doveva interpretare Antoine, ma quando arrivò Jean-Pierre Léaud non ebbe dubbi: era arrivato il giovane Doinel.

Eppure Léaud aveva 14 anni, mentre il personaggio era più giovane di un paio di anni.

Léaud aveva una forte personalità, sbruffona e spaccona, mentre Antoine era stato pensato sul carattere che era stato del giovane Truffaut da ragazzino, più timido e impacciato, molto più insicuro.

 

La camminata e tutto l'atteggiamento di Léaud, nonostante la giovane età, emanava sfrontatezza e spavalderia, Antoine Doinel fu schiacciato da questo giovane attore che in qualche modo violentò l'aspetto più timido del personaggio, rendendolo unico.

Truffaut fu immediatamente rapito dagli occhi e dalle pungenti risposte che Léaud gli dava:

Truffaut: “Perchè sei venuto a fare i provini per questo film?

Léaud: “Sembra che cerchiate qualcuno dalla risposta pronta!

 

Questo, pare sia stato il primo scambio di battute tra i due, e mi piace pensare che il loro legame sia nato proprio da questa “scontata” domanda e dalla “improbabile” risposta ricevuta.

Truffaut cambiò molto la sceneggiatura nel corso del film, proprio per via del carattere di Antoine che mutava via via che il film prendeva anima: regista-personaggio-attore stavano diventando una unica creatura, si stavano fondendo per dare vita a quello che sarebbe diventato il film manifesto della Nouvelle Vague, che sarebbe diventato più di un film, un'opera d'arte a tutti gli effetti.

 

Léaud diventa Antoine, Truffaut è stato Antoine, si può raccontare un legame così unico? Parrebbe che quando ci si riesce nasce un capolavoro come “I 400 colpi”.

E' questo legame che ci viene descritto forse nella bellissima scena della giostra in “I 400 colpi”? Un giovane Truffaut fa da comparsa nel suo film (alla maniera di Alfred Hitchcock) entra nella giostra centrifuga insieme ad Antoine, nel forte girare della giostra le immagini di Truffaut-Léaud-Antoine diventano una unica cosa.

Si dice che Léaud sia stato l'attore feticcio di Truffaut, il suo alter ego, secondo me è molto riduttivo questo termine per ciò che li riguarda. Léaud non ha solo interpretato altri film di Truffaut, ha continuato a interpretare il solito personaggio di Antoine Doinel per altri quattro film (“L'amore a vent'anni” 1962, “Baci rubati” 1968, “Non drammatizziamo, è solo questione di corna” 1970, “L'amore fugge” 1979) nel corso degli anni, e anche questo è un evento unico nel mondo cinematografico, possibile solo per via dell'intesa che si era venuta a creare tra regista, attore e personaggio.

 

Nell'ultima scena indimenticabile de “I 400 colpi” vi è tutta la magia di questo forte legame: Antoine arriva al mare dopo la fuga dal riformatorio, una lunga corsa e arriva finalmente a ciò che ancora non conosce, cammina nell'acqua, si volta sorpreso di ciò che ha scoperto involontariamente e guarda dritto dentro la camera da presa. Quello è lo sguardo di Truffaut, di Antoine e di Léaud che arriva dritto dalla loro anima.

Bisogna evidentemente impedire a Jean-Pierre Léaud di sorridere” racconterà in seguito il regista “chi è solo non sorride mai”.

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