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I RAPPORTI UMANI COME RELAZIONI ECONOMICHE.
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I RAPPORTI UMANI COME RELAZIONI ECONOMICHE.

Nel documentario “The Corporation”, inter alia, si analizzano le conseguenze che la società dei consumi e del marketing estremo (quella in cui viviamo, per chi non lo sapesse) hanno sui rapporti sociali e interpersonali. La società contemporanea è dominata dal marchio (per un’analisi critica si veda N. Klein, No Logo, ma anche Comsky, V. Shiva e Stiglitz) e dalla pubblicità. Non serve un genio per comprendere che la maggior parte dei prodotti non viene venduta in base alla loro qualità o convenienza, alla pregevolezza della loro fattura in relazione al loro prezzo. I beni, le cose, sono soprattutto immagini, luoghi…loghi. Appunto. E’ il nome che troviamo sul bene, che viene acquistato e pagato. E’ quello l’aspetto che interessa i consumatori. Questo marchio ci viene venduto attraverso la pubblicità e l’indottrinamento continuo che comincia da quando siamo bambini (Disney, McDonalds, etc.) e ci segue per (Nike, Gap, etc.) tutta (IBM, Fox, Sky, Coca-cola, etc.) la (Shell, Marlboro, Benetton) vita (Parmalat, Monsanto, etc.). Ma cosa c’entra, questo, con i nostri rapporti sociali? Ebbene, da qualche anno, ormai, la mentalità è quella dell’imprenditore: vendere vendere vendere. Come si dice: “imprenditore di te stesso”. E così vince chi si sa vendere, chi ha il logo migliore, chi si fa pubblicità meglio. E questo non vale soltanto per i vestiti o il taglio di capelli (che potrebbero rappresentare la semplice immagine del prodotto), ma anche per le banalità e le “piacionerie” con cui ci presentiamo al prossimo, le definizioni ad effetto, i punti-carisma, le “muccinate”, i “luogocomunismi” o gli intellettualismi facili…(che sono i nostri slogan, i nostri messaggi pubblicitari). Come si combatte tutto questo? Nel caso delle multinazionali qualcosa farebbe il boicottaggio. Lotta inutile? Non necessariamente. Di sicuro da non sottovalutare, se si considera che con la disgregazione dei confini statali (dovuta proprio alla Globalizzazione) e del potere di controllo statale sui privati, anche la nostra sovranità (indiretta) è venuta meno. Così al momento non siamo realmente rappresentati, perché chi prende le decisioni (delegati del governo presso organizzazioni internazionali seduti al tavolo con amministratori delegati di Società multinazionali) non è responsabile di fronte a nessun elettorato. Quindi contiamo più come consumatori che come cittadini. Pensateci. Come si reagisce al secondo fenomeno? Con la curiosità e la pazienza. Con il coraggio di scoprire cosa c’è dietro ad un discorso provocatorio o non conformista, di capire un silenzio, di indagare una timidezza, di comprendere un fallimento. Smettendo di seguire chi vince facile, chi finge di rischiare e chi mente a voi e a se stesso. Cercando di capire, senza fretta, se il “prodotto” è veramente buono e cosa rappresenta per voi.

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