Avevo un Peg 105 arancione, ruote in lega e senza pedali, per le curve a straccio. Yuri un Peg 103 azzurro cartina e sella lunga per il suo enorme culo. Lui, grosso due volte il mezzo sembrava la caricatura di Magilla Gorilla versione Metal. Avevamo i capelli lunghi, le paglie accese all'angolo della bocca e quel sorriso beota che solo a 16 anni ti puoi permettere di avere. Fendevamo l'afa della sera, tra le strade deserte dell'agosto padano in cui ancora le partenze erano molto meno intelligenti di adesso. Ma si stava meglio. Dritte, morbide, lunghe strade tutte per noi. Sembrava tutto lì davanti, allora, ad un metro dalla ruota anteriore. Bastava dare gas, un po', per averlo prima, il tuo futuro e dietro di noi tutto scompariva, senza rimpianti. Con questo cuore vergine, mi ricordo di lui, mentre ci accompagnavamo a vedere per l'ennesima volta, al cinema all'aperto, un film di John. Uno di noi. Sapevamo a memoria le battute, e le serate erano scandite nel ricordarle. Divenne un must il mimare la trasformazione a vista da uomo a lupo ne Un lupo mannaro americano a Londra, Io ero il più bravo, credo, lui rideva. Ridevamo sempre. Mi è difficile ora dissociare il mio ricordo di Yuri e i suoi occhialini alla Lennon da me e John Landis, solo ora riesco a concettualizzare quanto ci unissero i suoi film e quanti ricordi io abbia con loro due. Nell'88 le strade una volta così dritte e morbide e chiare si attorcigliarono su loro stesse. John si aggrovigliò in un cinema che non aveva più i tempi e le cadenze giuste, io mi persi lontano da casa tra i vicoli e le tangenziali contorte di Roma. Yuri morì aggrovigliato da tubi e sondini in una camera d'ospedale. Il mio migliore amico. I tempi erano cambiati davvero. Dedicata a Backstreet 70, lui sa il perchè...bye ROTOTOM
Sapevo che nella scena del robottino che irrompe nel laboratorio, avrebbe riso, con quella sua risata stridula e qulcuno si sarebbe girato: Robottino...risata...e vualà ciao ciao, si siamo noi...
Essendo del '68 avevamo sangue rivoluzionario. Così a scuola, quando il gioco si faceva duro noi cominciavamo a giocare. Ma i tempi erano già cambiati e ci bocciarono senza pietà.
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