Regia di Bernardo Bertolucci vedi scheda film
Spiace stroncare un film di un regista così ambizioso come Bertolucci, uno di quelli che pensavano e pensano ancora in grande. Sta di fatto che ho trovato "Prima della rivoluzione" alquanto deludente. Bertolucci cerca la poesia dell'immagine, ma trova solo il poeticismo di parole ridondanti, tormentati flussi di coscienza malamente copiati da grande Alain Resnais. Così come i carrelli iniziali sul protagonista stereotipizzano quelli davvero poetici ed espressivi del primissimo Truffaut, e pure Godard è saccheggiato a piene mani. Quello che mi lascia perplesso, di questo film così derivativo dei canoni estetici della Nouvelle Vague francese, è la pretestuosità degli espedienti stilistici utilizzati: pare quasi che Bertolucci abbia inteso semplicemente "sfogare" la sua passione per i maestri d'Oltralpe, senza preoccuparsi troppo di sviluppare quella poetica personale che già aveva contraddistinto il suo ottimo esordio, "La commare secca", in cui si distanziava sensibilmente dal modello pasoliniano. Tematicamente, "Prima della rivoluzione" alterna goffamente passione politica ed amorosa, tormento esistenziale e ripudio anti-borghese, riflessioni filosofiche sul Tempo e panoramiche su Parma, divagazioni intellettualistiche ed accensioni melodrammatiche. Quello che rimane, al di là di un'espressione filmica poco soddisfacente, è un pessimismo davvero inconsueto per l'epoca in questione: era il 1964, ma il senso di impotenza, di partita persa prima ancora di scendere in campo, di impossibilità di intervenire nella Storia erano davvero in netto anticipo sui tempi. Peccato che Bertolucci non abbia trovato la forma giusta per rappresentare tutto questo.
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