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Sinfonia d'autunno

Regia di Ingmar Bergman vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Sinfonia d'autunno

di sasso67
6 stelle

La prima cosa da rilevare è che, in effetti, sia dal titolo originale che dal tono del film si capisce benissimo che si tratta di una sonata (da camera, aggiungerei) e non di una sinfonia. La seconda cosa è che, mentre ho sempre amato Ingmar Bergman, non mi è mai piaciuta Ingrid, che non vedo, peraltro, adatta al cinema dell'omonimo regista. L''attrice inonda il cinema "ingmariano" di un'aura da vecchia Hollywood che non c'entra proprio per niente. Devo anche riconoscere che forse proprio quest'ultima caratteristica era funzionale al film in questione, poiché Charlotte doveva essere, in qualche modo, una diva - in questo caso del pianoforte. A tanto cospetto la figlia Eva deve apparire come una donna dappoco, ma mi pare che Liv Ullmann (generalmente bravissima) esageri in questo senso, facendola apparire (intendo sempre Eva) una mezza mentecatta, a tal punto che, quando la figlia accusa la madre del proprio sconfinato egoismo e rifiuta di perdonarla, si ha l'impressione di assistere ad una conversione fin troppo radicale, repentina ed immotivata. E' probabile che Bergman, con questo film, volesse lanciare un appello a parlarsi, a perdonare, perché non è mai troppo tardi, purché ci sia la volontà di parlarsi e di chiedere perdono. Ma anche su questa interpretazione (caldeggiata da Sergio Trasatti, autore del Castoro su Ingmar Bergman) non è che ci si possa adagiare troppo, perché dalle ultime scene ambientate in treno si potrebbe anche dedurre che Charlotte non abbia propriamente tratto la medesima lezione. Quello che più mi ha colpito negativamente, comunque, è il rifugiarsi di Ingmar Bergman in una sorta di cinema/teatro da camera che sa un po' troppo di manierismo: è un Bergman che fa del cinema alla maniera di Bergman, con delle attrici che recitano alla maniera di attrici del cinema bergmaniano. E' altissima maniera, d'accordo, ma si avverte la mancanza di una sincera ispirazione.

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