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Preparati la bara!

Regia di Ferdinando Baldi vedi scheda film

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La recensione su Preparati la bara!

di Mr Rossi
4 stelle

La cosa più riuscita di questo tipico western Made in Italy degli anni sessanta è il titolo e la canzone dei titoli. Il resto sa tanto di già visto e stravisto. Mai visto un Terence Hill così triste.

 

Tipico western made in Italy degli anni sessanta uscito qualche anno dopo il discreto successo di un altro spaghetti western che altro non era che un imitazione dell’ imitazione (Django di Sergio Corbucci) con un personaggio protagonista molto ispirato a quelli di Clint Eastwood e Lee Van Cleef visti nei primi e più originali western di Sergio Leone. Django interpretato dall’ allora sconosciuto Mario Girotti alias Terence Hill è quasi uguale a quello di Franco Nero, compreso l’ abbigliamento e la sua mitragliatrice della prima guerra mondiale nascosta nella bara. Il personaggio di Corbucci verrà imitato da altri registi in più di una decina di western d' imitazione italospagnola con quel nome nei titoli, compreso "Il figlio di Django" di un certo Osvaldo Civirani, per non parlare di altri personaggi protagonisti con dei nomi simili, come Chamango e Shango. Nero, protagonista di altri western italiani compreso l' ultimo (Jonathan degli orsi del 1994) aspettò più di venti anni per tornare a interpretare quel personaggio western di discreto successo quando ormai il pubblico se lo era già scordato da un pezzo. Leggendo i titoli di quei vecchi western italospagnoli c'è solo da chiedersi se hanno girato anche "Lo zio di Sartana" e "I cugini di Trinità". C'è anche da considerare che oggi questi western d' imitazione da un pugno di dollari non interessano neanche ai cosiddetti trashologhi appassionati di film commerciali a basso costo di vario genere.

 

Trama che narra la vendetta del protagonista, un falso boia che salva gli impiccati con un vecchio trucco cinematografico, contro il ricco e distinto cattivo che gli aveva ucciso la moglie e i falsi compari doppiogiochisti, tutte cose che sanno di già visto, rappresentate senza infamia e senza lode dallo sconosciuto regista artigiano del cinema di turno. Rispetto al film “originale” questo sequel di Django, girato anch’ esso in Spagna come tutti gli altri, ha delle scenografie più accurate e molte più comparse. Antagonisti poco notevoli rappresentati da Luigi Montefiori alias George Eastmann e da un attore tedesco che sembra il più noto Hugo Pratt, il fu disegnatore dei fumetti di Corto Maltese. Gli altri personaggi comprendono il solito vecchietto del West e un bandido messicano più simile a un pastore sardo anche se impersonato da un attore sudamericano. Dialoghi del genere: “Ah! Dimenticavo di dirti che domani impiccheranno tua moglie”.

  

In mezzo a tante sparatorie le scene più riuscite sono l’ incendio del saloon, dove muore bruciato vivo Montefiori, la strage finale al cimitero e quando Django-Hill spara in faccia a un burino ciociaro travestito da cowboy, una scena fintissima dove la vittima si butta per terra con le mani in faccia gridando “Ahiaaa!!!”. Più bella la canzone dei titoli di testa animati scopiazzati da quelli del primo western di Leone con una canzone cantata in inglese da Nicola Di Bari dal testo che non c’ entra niente con il film, intitolata appunto “Smile” (“Sorridi”). Mai visto un Terence Hill così serio e triste ma considerando il personaggio protagonista che doveva interpretare, più simile a un becchino che a un pistolero, non mi stupisco più di tanto, roba da far rimpiangere Trinità e altri personaggi più allegri e meno violenti da lui interpretati in seguito. Buon per lui che poi ha incontrato Carlo Pedersoli alias  Bud Spencer per girare insieme a lui altri film ambientati anche fuori dal Far-West nostrano molto più riusciti, fortunati e visti di questo film. Non capisco perché oggi continuano a trasmettere certi vecchi western come questo con Hill senza Spencer o con Bud senza Terence, che non erano un gran che neanche all’ epoca della loro uscita al cinema. Se la mediocrità più banale e ripetitiva è considerata arte da qualcuno allora è meglio vedere altri film.

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