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Deviazione per l'inferno

Regia di Edgar G. Ulmer vedi scheda film

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La recensione su Deviazione per l'inferno

di Axeroth
10 stelle

VIAGGIO NEL DESTINO, DEVIAZIONE PER L'INFERNO |
Era un uomo comune e conduceva una vita normale, ma il destino gli è stato tiranno ,ed è finito male. 

Questa poesia cinematografica di Ulmer determina uno dei capisaldi del genere Noir, girato ed organizzato con pochi mezzi, e con una narrazione ed una sceneggiatura magistrale.
Tutto è costruito su un flashback che parte da un bar dove un jukebox fa partire il disco con la canzone che Albert (Tom Neal) e Suesie suonavano tempo prima nel locale dove lavoravano. Al è un pianista molto dotato e Sue una grande cantante, entrambi artisti jazz. Suesie nonostante riceva la proposta di motarimonio da parte di Al, decide di rimandare e di partire alla volta di Hollywood, in California, per fare successo. Al, dopo aver ricevuto dei riconoscimenti pecuniari dai clienti del locale per la sua musica, si rende conto che può diventare una star, e allora decide di telefonare Sue e le dice che la raggiungerà a breve. Qui parte il grande de-tour in autostop dalla East alla West Coast. "Chiedere un passaggio ad uno sconosciuto può farti risparmiare il prezzo del biglietto, ma ciò può essere molto pericoloso, non si sa mai cosa ci attende quando si avverte il rumore dei freni... chi avrebbe mai potuto immaginare che mi sarebbe accaduto quel giorno in Arizona". Quell'uomo - Charles Haskell jr.- porta delle cicatrici sul dorso della mano e sul braccio, prende delle strane pasticche e parla continuamente di una donna aggressiva e della sua infanzia, in particolare del fatto che scappò di casa dopo esser stato colpito duramente da suo padre e dopo averlo colpito violentemente all'occhio. Al comincerà piano piano a vivere con sempre più tensione il viaggio che sembrava non finire mai. Entrano in un locale e mangiano qualcosa. Charles Haskell jr. si dimostra molto gentile, lascia una cospicua mancia, poi ripartono. Comincia a piovere. E' buio pesto. Charles Heskell sembra che dorma, ma quando la pioggia inizia ad essere un'acquazzone, Al accosta e scende dall'auto per tirare su la cappotte. Da lì a pochi secondi scopre che Charles era misteriosamente morto.

- Qui, breve sequenza di metacinema: il protagonista in un soliloquio fuori dal flashback, teme che gli spettatori non gli credano e così mette in discussione anche la sua percezione della realtà e l'autocognizione delle sue azioni. E' stato lui, oppure no? E' davvero morto? oppure è solo ciò che teme? Tutto è surreale e incredibile. -

Dunque nasconde il cadavere dietro ad una siepe sul ciglio della strada, gli prende il portafoglio con i documenti, la patente ed i soldi e torna all'auto. Nel frattempo arriva un agnete di polizia e gli segnala di affrettarsi ad andarsene da quella strada, ma non si accorge del cadavere. Così Al riparte. Ora Albert da uomo comune diretto dalla sua amata, diventa un fuggiasco da un morto usando la sua identità. Guardando dentro la valigetta di Charles, scopre che quest'ultimo fosse stato un farabutto e non un perbenista e brav'uomo come volevasi dimostrare. Dopo aver soggiornato una notte in un motel, riparte. Mentre mette l'acqua nel radiatore vede una donna (Vera - Ann Savage) e le offre un passaggio. Non l'avesse mai fatto! Quella sarà l'ultima tappa del suo sfortunato destino e sarà la scelta che comprometterà la sua esistenza.

Un film incommensurabile, tra i più grandi capolavori dei prolifici Anni '40, e tra i più caratteristici sia per quanto riguarda la figura della femme fatale, in questo caso Ann Savage, che dà gli ordini, ricatta, compie giochi psicologici e gioca con le debolezze caratteriali. E' anche un film che tratta l'imprevedibilità delle esperienze nella vita. Al: "[..] di tutte le ragazze che pèotevano capitarmi, mi era capitato d'imbattermi proprio in quella ragazza [..] Nella vita qualunque strada un uomo decide di percorrere, se il destino gli è contrario, lo aspetta al varco e gli fa cambiare direzione."
Vera: "La vita è come una partita di baseball, devi sfruttare tutte le occasioni e non devi mai perdere di vista la palla."
La scena del litigio nel finale e la sequenza della mdp che inquadra ora il primo piano del viso di Vera sdraiata sul letto, ora la scrivania della camera da letto, ora la bottiglia vuota di brandy, ora il pavimento, con offuscamenti e messe a fuoco alternate, mentre Al recita l'ennesimo soliloquio, rimarrà d'antologia per l'intera storia del cinema.

Al nel finale: "[..] dovevo sparire [..] vagavo per la camera sotto l'effetto dello shock, tutto mi appariva come avvolto da una nebbia, non riuscivo a coordinare le idee [..] non sarei mai più potuto ritoranre a New York [..] ero a Beckersfield, la polizia cercava Charles Heskell, un uomo morto [..] Heskell mi aveva cacciato nei pasticci ed ora me ne tirava fuori [..] quale sarebbe stata la mia vita se non avessi chiesto ad Heskell quel passaggio [..] di una cosa sono certo, anzi certissimo.. un giorno una macchina si fermerà davanti a me, e questa volta senza che io abbia chiesto il passaggio... si! il destino: questa forza misteriosa. Può puntare il dito contro di me o contro di voi, senza una ragione apparente...."

Capolavoro senza tempo.

Sulla colonna sonora

Indimenticabile

Su Edgar G. Ulmer

Il famoso critico cinematografico statunitense Roger Ebert, dopo che il film fu scelto per la preservazione del National Film Registry nel 1992, scrisse:"This movie from Hollywood's poverty row, shot in six days, filled with technical errors and ham-handed narrative, starring a man who can only pout and a woman who can only sneer, should have faded from sight soon after it was released in 1945. And yet it lives on, haunting and creepy, an embodiment of the guilty soul of film noir. No one who has seen it has easily forgotten it." Sembra grottesco, ma è eccezionalmente vero.

Su Tom Neal

Involontariamente intramontabile

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