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Sadismo

Regia di Nicolas Roeg, Donald Cammell vedi scheda film

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La recensione su Sadismo

di alan smithee
7 stelle

Un boss londinese sadico e violento in fuga dopo un omicidio, trova rifugio nell'alcova che dà asilo ad una rock star a corto di ispirazione. Due individui che più diversi non si potrebbe, uniti dall'attrazione per 2 donne che fanno parte integrante di un menage a trois destinato ad allargarsi. Esordio interessante di un grande e stiloso regista.

Esordio nella regia del celebre direttore della fotografia Nicolas Roeg, che per l'occasione si fa affiancare da Donald Cammell. Ed esordio nel mondo del cinema dell'icona rock Mick Jagger, citato in locandina come protagonista assoluto, quando in realtà la vicenda è tutta legata attorno alla figura controversa, nervosa ed isterica di un  boss della mala londinese, tale Chas, che, testardo e incurante delle direttive impartitegli dal suo capo, partecipa senza autorizzazione all'acquisizione di un negozio di scommesse.

Braccato ed infine catturato dai suoi stessi colleghi lestofanti, l'uomo riesce a fuggire dopo una concitata e sanguinosa lotta corpo a corpo e, per puro caso, finisce per stabilirsi nella dimora ove vive, nascosto in uno scantinato, una eccentrica pop star a corto di ispirazione (Jagger), e per questo desideroso di vivere ritirato dal mondo e dal caos.

Lestofante, ma fiero dei suoi rigorosi principi sessual-comportamentali, Chas è scandalizzato ma anche attratto dal menage a trois che caratterizza la vita sessuale del cantante, che coinvolge nei suoi numeri l'amica bella e bionda fortuitamente venuta in contatto col boss, ed un'altra sua amica.

Scandalizzato, ma rassicurato per la consapevolezza di trovarsi nell'ultimo posto al mondo dove potrebbe essere scoperto, il malvivente si apre pian piano all'ambiente libertino ed eccentrico che caratterizza quell'enorme scantinato, e finisce per cedere alle lusinghe di un'attrazione sessuale che i giochi amorosi della casa prevedono e scandiscono con ricorrente frequenza.

James Fox, già notissimo per l'eccellente prova (piuttosto affine alla presente) offertaci ne Il servo di Losey, è il fulcro potente del film e la sua prova davvero eccellente, in grado di dipingere efficacemente una figura maldestra e contraddittoria, dura e violenta, misogina e sadica che si piace molto e si compiace ancora di più delle sue gesta. Mick Jagger interpreta se stesso, o qualcosa di simile, facendo trapelare il fascino controverso e ammiccante che rende impossibile distinguere il personaggio dall'attore.

Un finale beffardo pieno di incognite rende ancora più interessante questa operazione un pò bizzarra, un pò stilosa, che costituisce comunque un interessante esordio di un autore cinematografico molto interessante e sfaccettato.

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