Regia di Osvaldo Civirani vedi scheda film
Far West. Uno sceriffo salva dalla forca un delinquente. La grazia ha però un secondo fine: farsi condurre presso un ingente bottino.
Osvaldo Civirani era stato un valido fotografo di scena; a metà degli anni Sessanta decise di cimentarsi alla regia (scelta atipica, ma non così improbabile, in fondo) e ci si trovò bene abbastanza da proseguire per circa un quindicennio la sua seconda carriera. Tutte pellicole alimentari, sia chiaro: compresa una manciata di titoli con protagonisti Ciccio e Franco. Uno sceriffo tutto d'oro è il primo spaghetti western di Civirani regista, ha la peculiarità di essere stato girato in Sardegna e, fondamentalmente, nient'altro per cui essere ricordato. La sceneggiatura di Enzo Dell'Aquila e Roberto Gianviti è oltremodo dozzinale e non solo ripropone lo stanco (già nel 1966) canovaccio del personaggio buono doppiogiochista, ma riesce addirittura a far concludere la storia con un pentimento e un lieto fine dal sapore dolciastro, che stonano apertamente con il filone cui la pellicola per forza di cose appartiene. Eppure non mancano violenze, inganni, morti ammazzati nel corso della storia. Jacques Berthier, Luigi Giuliani (alias Louis McJulian), Roberto Messina, Giovanni Ivan Scratuglia, Caterina Trentini (Kathleen Parker): il cast non offre alcun tipo di emozione, un po' come la trama. Della fotografia si occupa sempre Civirani che, non pago dell'esperienza non proprio esaltante, qualche mese più tardi ritornerà in sala con Il figlio di Django (1967). 2/10.
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