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Il silenzio del mare

Regia di Jean-Pierre Melville vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il silenzio del mare

di axe
8 stelle

Durante l'occupazione tedesca, nel 1941, una grande casa di una cittadina del nord della Francia, abitata da un anziano zio ed una nipote, persone di media borghesia, è scelta per alloggiare un ufficiale della Wehrmacht. Contrariati dalla decisione, quando sono in presenza dell'uomo, i due francesi si chiudono in un silenzio indifferente. Ma tale atteggiamento non sconvolge l'ufficiale, Werner Von Ebrennac, il quale non manca di rispetto agli abitanti della casa e pian piano prende l'abitudine, mentre essi sono seduti, la sera, in poltrona nei pressi di un camino acceso, di scaldarsi anch'egli presso il focolare e pronunziare lunghi monologhi, con i quali presenta sè stesso e parla in favore della Francia. Dopo alcuni mesi, si reca a Parigi e ne torna deluso, poichè ha compreso dalle parole di suoi colleghi ufficiali che la conciliazione tra Francia e Germania è un'utopia. Sceglie, allora, di tornare in prima linea. "Il Silenzio Del Mare" è un dramma di ambientazione bellica, opera prima del regista francese Jean-Pierre Melville. Protagonista ne è l'ufficiale tedesco - interpretato dall'attore svizzero Howard Vernon - un uomo ancor giovane, idealista, sinceramente innamorato del suo paese, ma anche della Francia. Il padre - racconta Von Ebrennac - combattente nel precedente conflitto mondiale, soffrì per l'umiliazione della sconfitta tedesca ad opera della Francia, di cui era un grande ammiratore. Ebbe un rapporto di amore-odio con la nazione d'oltralpe. Il figlio si arruolò, immaginando di dover combattere un giorno contro la Francia, per mantenere una promessa fatta al genitore. Von Ebrennac, uomo dalla formazione classica, è un ottimo conoscitore sia della cultura germanica, sia di quella francese, ed è convinto che, dopo la fine dei combattimenti, ci sia spazio per una conciliazione che possa portare alla fusione tra le due civiltà, nell'ottica di una nuova fratellanza, sotto l'egida di una comune propensione per l'arte ed il pensiero. Per decine di sere, l'ufficiale parla ai due francesi, muti, ma incapaci d'essere indifferenti, come racconta l'anziano, narratore in prima persona. La possibilità di instaurare un dialogo è però preclusa dalla repentina partenza dell'ospite. Von Ebrennac si reca in licenza a Parigi; il suo entusiasmo nel visitare per la prima volta la capitale francese è smorzato da un'improvvisa comprensione della realtà, generata da dialoghi con altri ufficiali tedeschi, sia dell'esercito, sia delle SS. Apprende dei progetti di sterminio degli ebrei; della volontà di piegare la resistenza francese ed annullarne lo spirito nazionale; conosce la metamorfosi di un suo amico poeta, il quale ha messo la sua arte al servizio della politica, lasciandosi irretire dal fanatismo nazista. Tornato presso la casa dove è alloggiato, ammette di fronte ai due abitanti il proprio errore, dichiarandosi smarrito di fronte ad un dilemma : è giusto, per un soldato, dover obbedire agli ordini, benchè criminosi ? Ancora una volta, zio e nipote non replicano. Ma la donna, visibilmente emozionata, di fronte all'annuncio di una prossima partenza, ha una parola, sola ma intensa, per l'ufficiale. Buona parte del film è ambientata all'interno del salotto, dove i tre si ritrovano, almeno fisicamente, insieme; alcune sequenze mostrano una Parigi occupata, eppure luminosa per le bellezze artistiche, a testimonianza di un orgoglio ed una vitalità indomabili. Ho trovato poco realistico l'atteggiamento del militare tedesco; possibile che una persona di tale sensibilità artistica e di così fine intelletto, non abbia potuto comprendere per tempo il progetto di Hitler ? Dopo aver assistito all'ascesa del nazismo, alle persecuzioni contro le minoranze, alla soppressione del dissenso, ad un espansionismo sempre più audace, Von Ebrennac dovrebbe avere giù una chiara idea di quale strada ha intrapreso la Germania. La sua "conversione" tanto tardiva, quanto repentina, lo spinge verso la ricerca di un'espiazione, nell'"inferno" della prima linea. Il suo dissidio interiore richiama questioni poi ampliamente trattati in sede storica e, di conseguenza, artistica. La prima è, come è stato possibile che un popolo di così avanzata cultura come quello tedesco, abbia potuto essere complice, silente o attivo, degli orrori del nazismo ? E può essere responsabile, un soldato, per i crimini commessi nell'adempimento di un ordine ? Sono domande che ancora oggi faticano a trovare risposta. Non c'è, però, solo un invito di riflessione nell'opera di Melville; egli utilizza i pochi mezzi a sua disposizione per descrivere la nascita e l'evoluzione di un rapporto estremamente complesso. Un (temporaneo) vincitore si presenta a due orgogliosi vinti, i quali scelgono di opporgli una sdegnata indifferenza. Ma l'umanità dell'uno e degli altri prevale sulle prese di posizione imposte dall'appartenere a schieramenti diversi. Una essenziale forma di comunicazione, pertanto, si stabilisce, tramite gesti, sguardi atteggiamenti. Con la sua repentina partenza, l'ufficiale sembra lasciar dietro di sè diversi rimpianti; per lui, la comprensione d'esser di fatto un complice dei nemici di quella cultura che tanto ama; per i due francesi - in particolare, la donna - di non aver voluto approfondire il rapporto con quello che, pur vestendo la divisa dell'invasore - è un essere umano, con i suoi sogni, speranze, illusioni. Opera di rara intensità, nonostante la sua apparente semplicità.

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