Regia di Paolo Gioli vedi scheda film
Immagini in bianco e nero al ralenti e sovrapposte: incidenti d'auto simulati, bambini che giocano, corpi che giacciono morti.
"Per tutti quelli che temono di morire su forche o palchi", recita la didascalia in apertura di questo cortometraggio, peraltro uno dei più lunghi del prolifico Paolo Gioli: 25 minuti circa di durata. Immagini in bianco e nero quasi completamente prive di un commento sonoro (che quando compare è puramente rumoristico) si alternano davanti agli occhi dello spettatore, componendo un collage di accettazione del dolore del tutto peculiare, ma comunque non incomprensibile. Cinema sperimentale, quello dell'artista visivo Gioli, regista di opere simili dalla metà degli anni Sessanta; cinema di rottura, di tentativi, cinema tecnico ed estetico, in ogni caso mai schiavo di canoni prestabiliti, nè tantomeno del concetto classico di narrazione. Qui il regista sfrutta a dismisura il ralenti e la ripetizione, compiendo la maggior parte del lavoro al montaggio (scene sovrapposte, scene mandate all'indietro, replicate a più non posso e via dicendo), che è d'altronde il suo tipico 'grimaldello' artistico, nello scardinamento delle regole e della forma. 6/10.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta