Espandi menu
cerca
Il gigante

Regia di George Stevens vedi scheda film

Recensioni

L'autore

Dany9007

Dany9007

Iscritto dal 15 giugno 2020 Vai al suo profilo
  • Seguaci 12
  • Post -
  • Recensioni 176
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi
Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il gigante

di Dany9007
7 stelle

Difficilimente ci si può trovare in disaccordo con quanti hanno espresso le lodi verso George Stevens che grande professionalità ha realizzato un film monumentale che tratteggia 30 anni di storia americana (o più correttamente texana); altrettanto difficilmente si può discordare con coloro che evidenziano i limiti di questo film che nella sua ricchezza pare sostanzialmente aver messo "troppa carne al fuoco". Difatti non sarebbe stato semplice per chiunque intrecciare una saga familiare con l'evoluzione della società tra corsa all'oro (nero), il razzismo, l'avvento del 2° Conflitto Mondiale, le lotte per i diritti civili, il cambio di costumi. Stevens sembra quindi aver propeso verso l'individuazione di alcuni temi, e la loro messa in risalto, attraverso i singoli personaggi:  il personaggio interpretato da Rock Hudson, il patriarca Jordan Benedict jr., diviene quindi una perfetta incarnazione della vecchia mentalità texana, un po' cowboy, con un metro di giudizio che misura gli uomini per come stanno in sella e li valuta per quanti ettari di terreno o capi di bestiame posseggono, per non parlare della considerazione delle donne che vede ancora relegate ad angeli del focolare, mentre affari e politica appartengono ancora all'emisfero maschile. Il razzismo del contesto in cui è cresciuto è latente e a suo avviso innocuo, per questo è naturale avere una profonda dicotomia nei confronti di indios e messicani. Gli fa da contraltare la moglie Leslie, un'ottima Elizabeth Taylor che riassume tutte le caratteristiche della donna progressista dell'est, determinata a modificare dall'interno il contesto in cui ha deciso di trasferirsi ma anche consapevole dell'impossibilità di riuscire a modificare una vera e propria società basata su principi a lei opposti. Almeno nel suo ruolo di moglie riuscirà a muovere alcuni passi verso il cambiamento attraverso un trattamento più umano della manovalanza del ranch  e assecondando in particolare la volontà del figlio nel percorrelre la carriera di medico anziché quelle di allevatore. Il personaggio più memorabile è forse quello interpretato da James Dean, qui al suo ultimo ruolo e che non farà in tempo a vedere trasposto sugli schermi, nella parte di Jett Rink, giovane e squattrinato bracciante che grazie ad una piccola eredità fondiaria concessa dalla sorella di Jordan nell'enorme tenuta dei Benedict, diviene presto tra i più ricchi ed arroganti esponenti della zona grazie al petrolio presente nel sottosuolo. La ricchezza ottenuta dall'estrazione petrolifera offusca ben presto quella degli allevatori e nel tempo Jordan, inizialmente contrario ad un utilizzo del terreno diverso dall'allevamento, dovrà cedere ad impiegare i suoi enormi possedimenti alla ben più remunerativa attività petrolifera, tuttavia il successo di Rick lo porterà ad un altrettanto rapido declino fisico e psicologico. Dennis Hopper, giovanissimo, invece interpreta il primogenito Jordan Benedict III, anche fisicamente opposto al padre e di votato alla professione medica metterà ancor più in crisi i rapporti familiari (sempre col padre in particolare) sposando una ragazza messicana e incontrando innumerevoli difficoltà nel convivere con i pregiudizi e le limitazioni razziali ancora in vigore in quegli anni. Senza addentrarsi nell'analisi anche dei personaggi minori (l'indipendente figlia Luz che è entusiasta nel proseguire l'attività paterna insieme al fidanzato, salvo precisare di voler avere una fattoria propria e non il ranch di famiglia o il giovane messicano Angel, che sembra impersonare il carattere ed i valori che il patriarca Jordan non trova tra i suoi discendenti) resta un film splendidamente interpretato e girato, che, con tutti i limiti che hollywood poneva quasi 70 anni fa, ha perlomeno avuto il coraggio di affrontare apertamente tematiche ancora oggi interessanti. Naturalmente delle sfaccettature maggiori sui singoli soggetti avrebbero potuto farne un vero capolavoro. 

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati