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Noccioline a colazione

Regia di Mario Orfini vedi scheda film

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La recensione su Noccioline a colazione

di mm40
3 stelle

Marco è disoccupato, ha un figlio e una moglie che li mantiene. Quando gli arriva un'offerta di lavoro come custode di un orango, accetta. Ma Otan, lo scimmione, è un animale difficile, reduce da una serie di esperimenti di laboratorio che lo hanno snaturato. Ha quindi qualcosa in comune con Marco.

 

Noccioline a colazione - titolo abbastanza insulso - è l'esordio nel mondo del cinema di Mario Orfini, che nel quarto di secolo successivo troverà maggiori soddisfazioni nella produzione di lavori altrui, rispetto a quanto otterrà come sceneggiatore e regista. Dietro la macchina da presa se la cava, come dimostra questo debutto, ma le sue rare performance registiche - tranne Mamba, del 1988 - lasceranno quasi sempre a desiderare: Noccioline a colazione in particolare sembra un prequel di Jackpot (1992), l'ultima pellicola da protagonista di Celentano, epitome del 'celentanismo', sempre diretta da Orfini. La favola dello scimmione sensibile in un mondo scientificamente votato all'ottusità scorre in parallelo alla parabola di Marco, disoccupato e socialmente apatico, se non proprio emarginato; in tutto questo - animalismo, ecologismo, naturalismo - stanno le vicinanze con la pellicola girata 14 anni più tardi, ma in effetti è tutto qui. Perchè il debutto di Orfini regista e sceneggiatore (insieme a Luigi Collo e Gianfranco Barberi) è all'insegna del budget ridotto (ma non infimo), come già dimostrano le scelte di casting, che non hanno in effetti ripagato adeguatamente (o lo hanno fatto, se si considera la fama scarsa o nulla degli interpreti): per Stefano Mizzau e per il piccolo Pierpaolo Benigni questo è il primo ruolo su un set, mentre Cristiana Mancinelli aveva già recitato l'anno precedente in Porci con le ali di Paolo Pietrangeli; solamente il bambino proseguirà la carriera da attore, ma con poca fortuna. Dentro al costume da orango c'è il mimo Jerry Di Giacomo. Orfini tornerà a girare cinque anni più tardi, con la miniserie Rai Calderon; nel frattempo si dedicherà alla produzione, fra gli altri dei due film di Renzo Arbore (Il pap'occhio, 1980, e FFSS, 1983). 3/10.

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