Regia di Manuel Mur Oti vedi scheda film
Melodramma di ambientazione rurale tanto solido nella costruzione quanto irreale nella rappresentazione del personaggio centrale, Amelia, che sopprimere ogni passione in favore di lealtà e onore in maniera quasi aritmetica.
Manuel Mur Oti è un regista Spagnolo poco noto in Italia e in effetti caduto ormai nell'oblio anche in patria. Nato in Galizia agli inizi del secolo passato, partì alla volta di Cuba quando aveva solo tredici anni e continuò a girare il mondo per quasi tre decadi fino a rientrare in Spagna negli anni '40, in una Spagna che incominciava a rialzarsi dalle miserie della sanguinosa guerra civile, ove incominciò a dedicarsi al cinema. La sua specialità furono i melodrammi di ambientazione rurale, e questo “Condenados” ne è un tipico esempio. Siamo infatti in un paesino de La Mancha, dove Aurelia, moglie del 'condenado', prende in casa un forestiero che l'aiuti a portare avanti le tante terre del marito in carcere per un delitto passionale. Per sei anni i due vivranno sotto lo stesso tetto in un'atmosfera mista di tangibili paura e desiderio, fino al ritorno del marito, indultato, dal carcere. Il dramma non potrà che esplodere in tutta la sua dirompente magnitudo. È un film certamente interessante ma non esente da pecche, a partire dalle musiche, una sorta di Best of di Beethoven certamente eccessivo, passando per il modo in cui Aurelia viene ritrattata, specchio fedele dei valori che il regime franchista assegnava alla donna, ma anche assolutamente irreale nel modo quasi aritmetico con cui sopprime la passione a favore di lealtà e dovere.
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