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Il giovane Montalbano - Morte in mare aperto

Regia di Gianluca Maria Tavarelli vedi scheda film

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La recensione su Il giovane Montalbano - Morte in mare aperto

di genoano
6 stelle

Salvo indaga su una tragedia a bordo di un peschereccio; finirà per "pescare" qualcosa di grosso. Il confronto con un sicario folle sarà meno duro di quello con Livia, che ha visto sotto la maschera del commissario un uomo impulsivo e solitario, che non dà certezze. Discreto episodio, ma la trama rosa straborda e comprime quella gialla. Voto 6.

Il tema principale della seconda serie de "Il giovane Montalbano" è la definizione del rapporto con Livia, un amore che paradossalmente sembra rafforzarsi con la distanza e indebolirsi ogni volta che questa viene accorciata; i due si amano, ma amano ugualmente la propria indipendenza e libertà, e nella serie principale, complice anche l'età, sembrano essersi in qualche modo rassegnati al loro strano compromesso tra la vita di coppia e la solitudine.  Il matrimonio non è nelle corde del giovane Salvo, eppure tanto è il trasporto per Livia, che sarebbe disposto, per lei, al grande passo; gli sceneggiatori lo cavano d'impaccio con gran classe, trovando un modo plausibile, attraverso una cruda soluzione "action" di un confronto con un criminale a cui assiste, rimanendone turbata, Livia, per conciliare la coerenza e la serietà del commissario col fatto che non "regolarizzi" mai il legame con l'amata; come dire, capra e cavoli.  Molto efficace la scena della festa di Carnevale con il divertente gioco delle maschere che non nascondono, ma svelano la natura "profonda" dei personaggi, a cui segue una sequenza di azione insolita per le vicende di Montalbano; la maschera lasciata da Livia sul tavolo è forse un elegante e ambizioso rimando al kubrickiano "Eyes wide shut".  Il caso principale, in mezzo a tanti rivolgimenti sentimentali, passa in secondo piano; ed è un peccato, perchè è un valido esempio del filone di racconti in cui Camilleri esplora l'altro aspetto del mare, quello spaventoso, cupo e notturno, di contenitore di crimini, morte ed orrori, così in contrasto con la distesa azzurra che Montalbano ama tanto, e da cui sembra quasi trarre forza ed energia vitale, cibandosi dei suoi frutti, ritemprandosi nuotando in esso sotto il sole, interrogandolo con sguardo rapito e meditativo dalla terrazza della sua abitazione.

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