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La professoressa di lingue

Regia di Demofilo Fidani vedi scheda film

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La recensione su La professoressa di lingue

di undying
4 stelle

Di commedia sexy dovrebbe trattarsi, ma il livello di volgarità rasenta il cattivo gusto, similmente a quanto visto nel coèvo "Un toro da monta" (Roberto Mauri, 1976). Qualche risata ci scappa comunque, grazie alla presenza di Pietro Tordi, mentre la Benussi è sempre un piacere per gli occhi.

 

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Perugia. La famiglia del cavalier Aristide Toppetti (Pupo De Luca), imprenditore arricchitosi grazie alla fortunata gestione d'un allevamento di maiali, ha un problema: il figlio Michele (Walter Romagnoli) è stato rimandato a settembre, essendo poco preparato in lingua inglese e francese. Mentre il nonno Trombatore (Pietro Tordi) - un nostalgico ex-militare - passa il tempo spiando con un monocolo le ragazze intorno a casa o rubando al nipote i fumetti erotici, la sorella di Michele, Teresa (Daniela Pastorelli), non si lascia sfuggire ogni possibile occasione per scopare con i suoi migliori amici. In questo dissoluto contesto, però, occorre pensare di assumere un docente per lezioni private, possibilmente una persona "a modo", pertanto la morigerata madre di Michele, Letizia (Fausta Bennati), chiede consiglio a don Gerolamo. La superiora dell'ordine di "Santa Elisabetta" invia in missione educativa Pamela Bonaccia (Femi Benussi), esperta di lingue ma - nel rispetto del cognome e a dispetto della provenienza - giovane, con un corpo perfetto e di facili costumi. Letizia confessa sin da subito la sue perplessità su Pamela ma dato che il cavalier Aristide ha necessità in ufficio di una poliglotta, si decide di assumerla ospitandola in casa a tempo indeterminato. Michele si dimostra tutto d'un colpo interessato al francese e all'inglese, soprattutto quando impara che può essere appagante apprendere le lingue, assieme alla Bonaccia, sulle rive del lago Trasimeno. Ben presto i maschi di casa Toppetti si scoprono tutti studenti, infatti persino nonno Trombatore ha deciso di prendere lezioni di lingua...

 

"Demofilo Fidani era un medium, prima ancora che un regista, e mi lasciava fare quello che volevo. In quel periodo il cinema, a quattrini, stava messo male, per questo hanno cominciato a fare filmetti con pochi soldi, come appunto La professoressa di lingue, che però, siccome la gente, dati i tempi poco felici, aveva proprio bisogno di ridere e di sorridere, avevano un gran successo."

(Femi Benussi) [1]

 

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La professoressa di lingue (1976): scena

 

Dopo una discreta militanza nell'ambiente cinematografico come scenografo, Demofilo Fidani (1914 - 1994) nel 1968 debutta in regia girando, in Italia, il primo titolo (Straniero... fatti il segno della croce!) di una discreta serie western a basso costo. Passata la moda del western, Fidani tenta di trattare altri generi: avventura (Karzan, il favoloso uomo della jungla, 1972); thriller (A.A.A. Massaggiatrice bella presenza offresi..., 1972); poliziesco (La legge della Camorra, 1973); for family (Furia nera, 1975). È spesso anche coinvolto come produttore e, poiché le idee non gli mancano, anche come sceneggiatore. Verso la metà degli anni Settanta chi avesse voluto cercare di andare incontro ai favori del pubblico avrebbe però dovuto trattare, inevitabilmente, il tema erotico. Le ultime due pellicole dirette da Fidani vanno proprio in quella direzione. In un caso (La professoressa di lingue, 1976), il tema sexy viene declinato in tono ironico da commedia; nell'altro (Calde labbra, 1976) addirittura sconfina nel porno. Per queste due pellicole verranno poi girati (non da Fidani) inserti hard destinati a un pubblico, per così dire, più esigente. La professoressa di lingue segue con molta prevedibilità la corrente del filone avviato da Malizia (una giovane ragazza, improvvisamente ospite di una famiglia composta da più generazioni di uomini, destinata ad attirare la loro attenzione). Scritto da Fidani, in compartecipazione con Otello Cocchi e Fernando Popoli, è interamente girato a Perugia, con bassissimo budget (terribili le riprese amatoriali della città, sui titoli di testa). La scarsa cinematografia di Antonio Maccoppi va di pari passo con la mediocre colonna sonora composta dall'usuale collaboratore del regista, Coriolano Gori, mentre un cast anonimo (con eccezione dei più che mai svogliati Pupo De Luca e Femi Benussi) completa il quadro della situazione. Per quasi un'ora Fidani riesce a mantenere un ritmo modesto ma andante, sino a quando - per allungare il metraggio dato che la storia ha il fiato piuttosto corto - il regista decide di inserire inutili e lunghe sequenze del tutto riempitive (la corsa in rally, la sequenza sul lago Trasimeno, la Benussi che gira a destra e sinistra, lungo i mercatini di Perugia). Quanto al tema erotico, La professoressa di lingue dimostra l'inadeguatezza di Fidani verso l'argomento, dato che il cineasta (a tempo perso spiritista) realizza sequenze incompiute, anonime, prive di preparazione, mancanti di un contesto adeguato e addirittura senza conclusione. Titolo da non confondersi con l'omonimo porno diretto, nel 2001, da Enzo Gallo.

 

scena

La professoressa di lingue (1976): scena

 

Femi [Eufemia] Benussi [2]

 

"Originaria di Rovigno d'Istria (Jugoslavia), è nata il 4 Marzo 1945. Studiò lettere e filosofia, per diventare professoressa; poi una delusione d'amore la fece scappare a Roma, ospite di una zia. Così, la Benussi entrò nell'ambiente della celluloide. Famose alcune sue dichiarazioni: in un intervista del 1971, per esempio, affermò: 'Il cinema italiano non consente scelte: se vuoi lavorare devi accettare quello che ti offrono i produttori. Anche per questo sono per il cinema di Stato: è immorale consentire a pochi di guadagnare somme favolose e costringere i più a tirare la carretta'. Ma nel 1975, quasi contraddicendosi, confessò: 'Più la donna è oggetto, più è arbitra del suo destino; più è oggetto e più riesce a vincere la sua battaglia nei confronti dell'uomo, a sottometterlo e ad aprirsi qualsiasi strada nella vita'. Ed infatti Femi Benussi si guadagnò la fama di attrice più spogliata del cinema italiano."

 

scena

La professoressa di lingue (1976): scena

 

Critica

 

"Figlio balbuziente e assonnato di un allevatore di suini dell'Umbria, il giovane Michele si sveglia quando il genitore, che intende dare al ragazzo un'istruzione di tipo internazionale, assume una bella professoressa di lingue straniere: inglese e francese. La giovane docente è non solo una diplomata poliglotta, ma anche una presenza femminile di notevole prestigio, attorno alla quale si concentrano molteplici interessi maschili: padre e nonno di Michele e alcuni giovanotti di passaggio. [La professoressa di lingueha beneficiato dell'uscita carnevalesca soltanto perché non era pronta la commediola, già annunciata, che segnerà l'esordio di Sabina Ciuffini come attrice del cinema (Oh, mia bella matrigna, n.d.r). Privilegiata dalla circostanza, questa «professoressa», impersonata senza sorprese da Femi Benussi, ha avuto così un pubblico da alta stagione, anziché quello ad essa più congeniale degli scampoli (provvisori o stabili) dei mesi estivi. Sceneggiato e diretto non solo con scarsa fantasia ma anche con modeste cognizioni tecniche, il raccontino ha l'unico pregio di mostrare, invece degli abituali sfondi siciliani, veneti o emiliani, qualche bell'esterno umbro, con speciale attenzione al lago Trasimeno e al mirabile centro storico di Perugia."

(A. Vald.) [3]

 

"La cosa che salta subito all'occhio guardando questo film è che non ha, all'interno del cast artistico, il suo gruppo di attori (di Fidani, n.d.r.) come, ad esempio, Ettore Manni, che era un suo amico e che spesso compariva nelle sue produzioni, sia western che thriller o qualsiasi altro genere. Ritengo che i suoi western, anche se erano poveri, dimostravano di essere più ricchi di quanto in realtà fossero. Erano tutti molto corretti tecnicamente; a livello di scenografia era in grado, con pochi elementi, di far sembrare molto di più. (...) Fondamentalmente Fidani è uno scenografo, un buon scenografo, e infatti aveva avuto esperienza anche su altri set di altri registi. A un certo punto si è cimentato nella regia e ha fatto tantissimi western. La cosa curiosa, che salta all'occhio appena iniziato La professoressa di lingue, è che firma con il suo nome. Credo sia l'unico caso, perché Fidani ha sempre utilizzato pseudonimi. (...) La sigla è stranissima. Non so perché, è girata molto amatorialmente, tutta mossa, girata male. La cosa è curiosa perché le sigle dei film di Fidani sono molto curate solitamente. In La professoressa di lingue ci sono tutti gli stereotipi della commedia erotica di quel periodo: il nonno guardone, le spiate attraverso il buco della serratura, il piedino sotto il tavolo mentre gli altri stanno mangiando. Tutto lo stereotipo della commedia di quel periodo, soprattutto italiano. (...) Le sequenze erotiche sono tutte girate in maniera strana, quelle sulla spiaggia e anche in camera da letto: sembra di assistere a un girato più che a una costruzione. Sono scene evidentemente girate in fretta, dove non c'è una costruzione, la telecamera si muove intorno ai soggetti che, svogliatamente, interpretano scene erotiche molto caste. Se paragoniamo questo film erotico a quello successivo, Calde labbra interpretato da Leonora Fani, vediamo un modo diverso di interpretare l'erotismo. Qui è semplicemente un qualcosa in più a una vicenda sviluppa come una commedia. (...) All'interno di questo film, dove non è molto presente lo stile di Fidani, ci sono delle cose che lo riconducono a lui. Per esempio una scena - in cui in un corridoio i soggetti escono dalle varie porte e cercano di entrare nella camera della professoressa di lingue - richiama un altro film, un western-commedia, Amico mio... frega tu che frego io. (...) La colonna sonora è una delle pècche di questo lungometraggio. Coriolano Gori ha fatto delle colonne sonore stupende per i film di Fidani ma, in questo caso, è un pò sottotono. (...) Il film è girato tecnicamente bene, ma c'è una scena che non è particolarmente riuscita, quella in automobile con la figlia, il fidanzato, Pietro Tordi sullo sfondo mentre si addormenta; è girata un pò male, si vede che la macchina è ferma. Non è tanto di Fidani, perché curava molto tecnicamente i suoi lavori tenendo conto che aveva spesso Massaccesi come operatore, soprattutto nei western. (...) Nella versione della CineKult abbiamo due finali, ma in quella che io conoscevo ce n'era uno solo. Cioè le due turiste che chiedono informazioni alla fine, nella versione classica, lui parla normalmente ha vinto la balbuzie, e dà informazioni alla ragazza. Nella versione Cinekult c'è un doppio finale, cioè a un certo punto lui è tornato come prima, dopo la partenza della professoressa e una voce fuori campo dice: 'No, questo non è il finale giusto...', quindi appare il finale corretto con lui che dà le informazioni ed è guarito. Secondo me hanno girato due finali - uno più positivo e uno negativo - e in questa versione sono montati tutti e due."

(Roger A. Fratter) [4]

 

"La bella insegnante di lingue Pamela Bonaccia (Femi Benussi) viene chiamata dal signor Toppetti (Pupo De Luca), allevatore di maiali, nella sua casa per preparare agli esami il figliolo balbuziente e inibito Michele (Walter Romagnoli). Ovviamente tutti i maschi di casa, persino il vecchio nonno (Pietro Tordi), il più arzillo del gruppo, si innamorano di lei, sempre nuda. Ma lei ha un fidanzato. Ovviamente Michele alla fine riuscirà ad averla. Mischione di Malizia e delle "professoresse". Commedia sexy per Demofilo Fidani, che si firma Danilo Dani, poco adatto al genere, e infatti il film, anche allora, era terribile, malgrado la presenza della Benussi, i grandi nudi, qualche buon caratterista e l'ambientazione abbastanza originale a Perugia. Femi Benussi ricorda, a Cine70, che Fidani le lasciava fare quello che voleva, ma il film era davvero fatto con pochi soldi. È più erotico del previsto, ma anche i fan di Fidani dovettero ricredersi. Jonathan Rosenbaum lo stronca senza pietà su Monthly Film Bulletin: «Una commedia sexy noiosa e volgare, atrocemente doppiata, che non ha nulla da essere visto a parte un'eroina attrattiva». Parla anche di una pletora di zoom gratuiti e di una colonna sonora eseguita con un sintetizzatore moog e un piano scordato. Per Piero Virgintino, su La Gazzetta del Mezzogiorno: «Né commediola sexy, né farsa erotica, è solamente una cretinaggine e un pianto per lo squallore della ridicola e sgangherata sceneggiatura». Vietato ai minori di 18 anni. Incasso 276 milioni. Uscito in UK come On the Tip of the Tongue, in Francia come La prof est experte en langues, in Grecia come I daskala tis glossas. Frase di lancio: «Quando l'insegnante è giovane e supermaggiorata, nipote, padre e nonno scoprono la vocazione per il francese, specie se la professoressa di lingue è Femi Benussi». Prima: Bari 25 marzo 1976."

(Marco Giusti) [5]

 

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La professoressa di lingue: Walter Romagnoli e Femi Benussi 

 

Visto censura [6]

 

"Rilevato che trattasi di una commedia in chiave comico-brillante, le cui sequenze erotiche non sfociano nell'osceno mantendosi sempre, nell'ambito del contesto, in tono molto leggero, si esprime parere favorevole alla proiezione in pubblico con il divieto di visione per i minori degli anni 18".

 

In questi termini la Commissione di revisione cinematografica concede a La professoressa di lingue nulla osta (n. 67921) in data 14 febbraio 1976.

 

Metri di pellicola accertati: 2438 (90' ca a 24 fps).

 

In occasione di una nuova edizione destinata al mercato home video, il 10 maggio 2018 il film ottiene nuovo visto censura (n. 113274) potendo circolare liberamente in pubblico senza più alcuna limitazione d'età. 

 

Sinossi estratta dal verbale allegato al nulla osta 

 

"Per dare ripetizioni di lingue straniere ad un giovane che incontra molte difficoltà in questa materia, un'insegnante si trasferisce in casa del cav. Tocchetti, allevatore di suini. L'arrivo della donna nella famiglia Tocchetti provoca un certo scompiglio perchè al posto di una vecchia signora, come tutti ritenevano fosse la professoressa, l'insegnante è una stupenda ragazza. Infatti oltre al giovane allievo anche il padre dello stesso vuole ripetizioni di lingue, mentre il nonno, un anziano colonnello in pensione, non si perita di corteggiare apertamente la giovane insegnante. La vicenda si conclude brillantemente e in perfetta armonia e soddisfazione con la promozione del giovane allievo."

 

 

NOTE

 

[1] "Stelle e stelline del cinema italiano" (Nocturno libri), pag. 114. Intervista originale realizzata nel 2002 da Franco Grattarola, Stefano Ippoliti e Matteo Norcini.

 

[2] "Vizietti all'italiana - L'epoca d'oro della commedia sexy" (Igor Molino Editore), pag. 227.

 

[3] "Femi seduce tutti - 'Professoressa di lingue', farsa erotico-familiare", su La Stampa del 01 marzo 1976.

 

[4] "La lingua del sesso" - Extra DVD CineKult.

 

[5] "Dizionario Stracult della commedia sexy" (Bloodbuster), pag. 367.

 

[6] Dal sito "Italia Taglia".

 

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La professoressa di lingue: Pietro Tordi si dilètta in approfondimenti delle testate EP di Giorgio Cavedon (Goldrake ed Isabella)

 

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La professoressa di lingue (1976): scena

 

"Ciascuna lingua, sotto l'aspetto delle relazioni intellettuali, è un vocabolario di metafore sbiadite."

(Jean Paul)

 

La professoressa di lingue (Demofilo Fidani, 1976) - Clip

 

F.P. 25/08/2023 - Versione integrale visionata in lingua italiana, dvd CineKult (durata: 90'17")

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