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Ballata selvaggia

Regia di Hugo Fregonese vedi scheda film

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La recensione su Ballata selvaggia

di aurtom
8 stelle

"Torrida" è la parola giusta per definire questa storia di petrolio e passione, soldi e gelosia,invincibile attrazione e delitto.Torrido è anche il luogo in cui essa si svolge,un'assolata plaga messicana.E torrida è anche l'invincibile voglia di Marina (la Stanwyck) di fare del bolso ma atletico Cooper un acquiescente oggetto di brama amorosa: la poveretta però deve fare i conti con troppi osti per arrivare a segno, e finisce con il creare una sequela di malefatte tale da non poter sfociare in altro che nell'autodistruzione.
Il film è tecnicamente poco brillante, con soluzioni visive che richiamano qua e là lo stile di certe case di produzione di Poverty Row: un peccato, dato il cast che la Warner mise in campo in quest'occasione.

Sulla colonna sonora

Una piccola tirata d'orecchi a chi ha compilato la scheda di "Ballata Selvaggia" in Film.TV : perchè attribuire a Frankie Laine (esecutore della canzone dei titoli di testa) la paternità della colonna sonora, opera invece di Dimitri Tiomkin, e oltretutto una delle sue più stilisticamente riconoscibili?

Su Barbara Stanwyck

Tra le tante "cattive" create da Barbara Stanwyck, Marina è forse la più "pura", nel senso che in essa non scorgiamo uno sviluppo psicologico che giustifichi le pazzesche azioni del personaggio.Esse sono appunto "pazzesche" perchè traenti origine da una e una sola elementare e potente spinta, l'attrazione sessuale verso il personaggio di Cooper, e questo sin dall'inizio del film, quando ,al loro incontro, lo sguardo della Stanwyck si concentra su di lui come quello di un gatto che guata la sua preda, con una forza paragonabile solo a quella dello sguardo con cui Gene Tierney guata Cornel Wilde all'inizio di "Femmina folle". In quello sguardo si trova già in nuce il dramma che travolgerà i personaggi che si troveranno sulla sua traiettoria, come un destino immutabile che scatta in quel preciso istante.Ogni sua azione nasce da quest'interno rovello, da questa invincibile monomania pronta a distruggere gli ostacoli che non può spostare o rimuovere.Barbara Stanwyck in questo genere di ritratto femminile non aveva rivali, e la vedremo anche quale rapace corteggiatrice di Burt Lancaster ne "Il terrore corre sul filo" , nonchè di Wendell Corey ne "Il romanzo di Thelma Jordon" o di Van Heflin in "Lo strano amore di Martha Ivers" - del tutto incurante di chi la circonda o delle conseguenze dei suoi atti. Altre attrici cercarono di scalzarla dal trono di regina delle perfide, e forse solo Bette Davis ci riuscì in parte, in personaggi però psicologicamente più complessi: del resto una piccola guerra personale vi fu da sempre tra la Davis e la Stanwyck, entrambe nel pollaio della Warner, ed entrambe molto simili come temperamento e atteggiamento nei confronti dell'arte interpretativa.Ma questa è un'altra storia!

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