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Mobile Suit Gundam – The Origin I

Regia di Takashi Imanishi vedi scheda film

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AndreaVenuti

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La recensione su Mobile Suit Gundam – The Origin I

di AndreaVenuti
8 stelle

Mobile Suit Gundam- The Origin è una serie OAV di sei episodi (2015-2018) ideata e diretta da Yoshikazu Yasuhiko e tratta dall'omonimo manga dello stesso Yasuhiko (23 Tankobon, 2001-2011).

 

Il progetto si inserisce all'interno della meta-serie Gundam -il cui ideatore è un certo Yoshiyuki Tomino, divinità del settore animato giapponese- ambientata nel più famoso e stratificato arco narrativo denominato Universal Century (la prima e ormai storica stagione risale al 1979 dove Yasuhiko ha rivestito il ruolo di character design) e si pone l'obiettivo di approfondire antefatti e retroscena sia in riferimento alla tragica "guerra di un anno" (fulcro della prima stagione dell'anime) sia sul passato oscuro e nefasto di alcuni protagonisti tra cui il carismatico villain Char Aznable.

 

In italia la serie è distribuita da Dynit ma solamente il primo episodio è stato trasmesso al cinema mentre i restanti cinque distribuiti in dvd. Attualmente tutta la serie è visibile su Amazon Prime Video.

locandina

Mobile Suit Gundam – The Origin I (2015): locandina

Su Mobile Suit Gundam fortunatamente si è scritto e detto di tutto; serie epocale che ha dato inizio al genere del real robot evolvendo sensibilmente tematiche e schematismi proposti pochi anni prima da un altro genio come Go Nagai.

Detto ciò non mi dilungherò affatto sul capolavoro immane firmato Tomino altrimenti non finiremmo più, dato che l'opera risulta articolata fin dalla sua genesi produttiva: dai conflitti fra Tomino ed i vertici di comando del finanziatore Glover -celebre ditta di giocattoli- oppure al fallimento iniziale della serie stessa e poi rivalutata completamente dopo la celeberrima trilogia riassuntiva realizzata sempre da Tomino (cosa assai rara in quanto in quel periodo le trilogie riassuntive non venivano affidate ai registi che si erano occupati della serie).

 

Fatta questa premessa ritorniamo sul progetto Origin fortemente voluto da Yoshikazu Yasuhiko, il quale in tempi non sospeti (1979) voleva focalizzarsi intensamente sul villain Char Aznable, personaggio da lui stesso creato ma per una serie di motivi non riuscì ed ecco il motivo della nascita di questo interessantissimo lavoro, destinato essenzialmente agli amanti della serie originale tuttavia se visto nella sua interezza potrà affascinare anche i neofiti e spingerli sicuramente a riscoprire l'opera di Tomino.

 

Il primo OAV [l'unico uscito nelle sale italiane nel 2015, è Gundam Origin I- Blue Eyed Casval, ambientato nell'anno Universal Century 0068, l'anime originale è 0079] ci mostra come la Repubblica autonoma di Munzo si trasforma nel temuto Principato di Zeon dichiarando in seguito guerra alla Federazione Terrestre e nello specifico il film si focalizza sui giochi di potere che porteranno la famiglia Zabi a governare il futuro principato.

 

Il primo OAV, inutile nasconderlo, è destinato esclusivamente a chi già mastica la materia ed il galattico inizio in medias res  lo conferma pienamente; fortunatamene dal secondo episodio troveremo un narratore estrerno -inizio film- che ci introdurrà bene nell'opera (certo tale scelta doveva già trovarsi in questo OAV).

Blue Eyed Casval inizia dunque nel modo più avvincente possibile proiettandoci nel bel mezzo della Battaglia di Loum nell'anno 0079 (lo stesso della serie) e vediamo la federazione terrestre primeggiare sui rivali di Zeon tuttavia l'improvvisa apparizione di un misterioso Mobile Suit rosso cambia radicalmente l'esito della battaglia. 

In questo scontro Yasuhiko utilizza alla perfezione il lauto budget messo a disposizione dalla Sunrise, mettendo in scena una battaglia cosmica stupefacente e abbagliante (affascinanti i giochi di luce causati dagli spari ed esplosioni delle astronavi e mobile suit).

Battaglia interrotta improvvisamente per effettuare un salto nel passato. Siamo nell'anno 0068 ed il leader della Repubblica di Munzo Zeon Zum Daikun deve tenere un importante discorso politico dove dichiarerà l'effettiva indipendneza della colonia spaziale dalla Federazione Terrestre tuttavia un tragico destino è dietro l'angolo.

 

Yasuhiko realizza un vero e proprio thriller politico futuristico denso di inganni e giochi di potere.

Il film -riscontrabile nei capitoli seguenti- nonostante presenti alcuni paletti cardine cari a Tomino (criticare apertamente ogni guerra, inutile e dannosa) propone una serie di novità singolari in quanto è forse l'unica opera appartenente al franchise Gundam dove i Robot non sono i protagonisti e vengono utilizzati prevalentemente per scopi non bellici (forze dell'ordine, ediliza oppure utili a raccogliere detriti spaziali richiamando altri anime sci-fy robotici come Patlabor di Oshii o Planetes di Gori Taniguchi).

In Origin inoltre è ancora più tetra la linea di demarcazione fra bene e male e nella sua totalità l'uomo ne esce sconfitto; il regista in alcuni frangenti inserisce anche tematiche attualissime: proteste in piazza troncate dall'intervento armato della polizia, alla manipolazione dell'opinione pubblica fino ad arrivare a temi ambientalisti (accennati nel finale).

 

Yasuhiko in aggiunta dedica molta attenzione alle ambientazioni sulla terra ferma, offrendoci un immaginario ricco e variegato; nei film successivi abbondano scenari ultra-dettagliati, ripresi con animazioni di qualità estreme sfiorando il foto-realismo alla Shinkai (il tutto ovviamente rapportato al contesto sci-fi). 

Vedremo pertanto la Terra ed un numero vasto di Side (colonie spaziali); intrigante Texas Colony situata su Side 5, una sorta di riproduzione di un tipico villaggio western oppure pensiamo alla sontuosa ma spersonalizzante Zouma City di Side 3 (capitale del principato di Zeon) o ancora l'affascinnate Lunar City Granada.

Negli ultimi due film invece il regista ritorna su lidi consoni alla saga, regalandoci celestiali scontri sullo spazio e nello specifico mostra nella sua interezza l'epica e drammatica Battaglia di Loum distinta da una regia solida e robusta giocata molto sull'uso del montaggio alternato e arricchita da pochi ma efficaci virtuosismi (i plongè e contro-plongèè sullo Zaku di Char: inquadrature che enfatizzano la sua pericolosità e maestosità bellica) infine Yasuhiko è stato molto bravo a far percepire allo spettatore la pesantezza e l'imponenenza dei vari mezzi bellici (flotte navale estremamente curate) conferendo ulteriore realismo (stile Del Toro con Pacific Rim).

 

Progetto ambizioso ed interessante da recuperare nella sua interezza.

 

 

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