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The Human Centipede III (Final Sequence)

Regia di Tom Six vedi scheda film

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La recensione su The Human Centipede III (Final Sequence)

di SalvoVit
6 stelle

locandina

The Human Centipede III (Final Sequence) (2015): locandina

 

Il sole batte forte incessantemente sul volto degli eroi americani e la bandiera a stelle e strisce si muove fiera mostrandosi in tutto il suo splendore mentre in sottofondo l'inno del paese risuona senza tregua. Questa è l'America e Bill Boss è l'americano medio che controlla dall'alto le anime peccatrici di un paese che sembra non riuscire a dire più nulla. Tom Six torna (in tutti i sensi) sul grande schermo con la sua saga ormai cult ed è subito al limite del genio. Cambio di registro anche questa volta. Il primo episodio era un horror canonico freddo, ordinato e schematico. Il secondo episodio era un horror psicologico sporco, marcio e allucinato. Questo terzo episodio invece cambia completamente e si rivela essere una commedia horror dall'ironia nera, dalle atmosfere exploitation anni '80. Sembra di trovarci davanti ad un'opera del Robert Rodriguez moderno, dall'atmosfera calda e ironica alla MACHETE o PLANET TERROR. Ma questo è solo in superficie. THE HUMAN CENTIPEDE 3 è un'opera di Tom Six, e si vede, e tra una gag e una sequenza, tratta tematiche importanti e lo fa senza paura.

 

L'americano medio viene demolito e viene rappresentato nel peggiore dei modi. Il conservatorismo non è altro che una inutile forma di pensiero anacronistica che non porta a niente se non a odio e ignoranza. Bill Boss è il tipico conservatore (americano e non) che crede in ciò che dice ed in ciò che fa e Dwight è il suo braccio destro, impotente e impaurito dalla figura che il suo capo rappresenta. In verità Bill è, però, un essere umano come altri. Piange non appena sa di trovarsi in pericolo e fa la voce grossa non appena sa di essere al sicuro. L'America viene rappresentata come una nazione problematica e marcia, nella quale chi comanda non è altro che l'estremizzazione della figura del popolo che rappresenta. Tutto è soldi, moneta, capitale, e tutto deve basarsi su di esso. E' così che si risolve l'affollamento delle carceri o il problema della criminalità nel paese. L'importante è minimizzare i costi, il resto non conta.

 

Dieter Laser

The Human Centipede III (Final Sequence) (2015): Dieter Laser

 

Anche qui, come negli altri due episodi, l'essere umano non esiste. Agli occhi del conservatore, l'essere umano si suddivide in etnie (o razze, come vengono da loro definite) ed esistono etnie giuste ed etnie non giuste. La prigione diretta da Bill Boss, non è altro che un campo di concentramento vero e proprio. Non è un caso se i prigionieri sono messicani, ebrei, indiani, neri o omosessuali. Tutto ciò che agli occhi del conservatore è spazzatura per il paese, deve essere eliminato o, al massimo, controllato con ogni mezzo possibile. Ma la violenza (di qualunque tipo) porta solo ad altra violenza. Continua il discorso metacinematografico che la saga ha portato avanti sin dal primo episodio. Questa volta il tutto viene estremizzato tanto da avere, tra i personaggi del film, il regista stesso Tom Six, in una comparsata eccezionale, quasi geniale, nella quale si prende quasi in giro da solo. In più i due protagonisti sono gli stessi attori dei primi due film che qui riempono l'opera di citazioni e riferimenti ai film precedenti.

 

Il film ha però vari difetti e risulta comunque inferiore ai primi due episodi. La recitazione è troppo sopra le righe, esagerata in molti aspetti, e in alcuni casi risulta quasi fastidiosa. L'atmosfera grottesca che l'opera vuole mettere in scena è alcune volte quasi fine a se stessa e non riesce a soddisfare come soddifacevano gli episodi precedenti. THE HUMAN CENTIPEDE 3 è un'opera poco più che sufficiente. Ha dei momenti al limite del geniale, ma questi non riescono ad elevare un prodotto nettamente inferirore ai suoi precedenti. L'atmosfera ironica e grottesca non ha giovato alla saga e lo stupore verso l'enorme centipede finale è quasi nullo. Questo terzo episodio si salva per alcuni fantastici momenti ed alcune riflessioni interessanti che Tom Six mette in scena. Per il resto non soddisfa e a tratti delude. Da vedere comunque perchè risulta essere ad ogni modo un buon prodotto specialmente nel genere e conclude in modo comunque dignitoso una saga ormai cult e quasi fondamentale.

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