Refn, anzi, NWR, è un regista volgare, devo proprio dirlo. La sua finta eleganza, proprio come le modelle della sua ultima e misera opera, si nutre di resti di brillanti idee del passato, ma in mano sua perdono ogni splendore, diventano oggetto per necrocinefili.
La storia di TND non è affatto nulla di nuovo, anzi. Non c'è nulla che non ci abbia raccontato, tra tanti, Bret Easton Ellis, scrittore e sceneggiatore che ha criticato ed intriso di sangue e carne martoriata il jet set Los Angelino, ed abbia giustamente esaurito oggi questa vena. Ma senza voler scomodare lo scrittore culto, si possono citare anche film come Omicidio a luci rosse di De Palma, o Sotto il vestito niente di Carlo Vanzina.
NWR, senza alcun pudore, raschia la superficie di questo mondo, la banalizza ed esalta questa superficialità, gioca puerilmente con folklore e riti tribali, astri e cannibalismo (se una volta era il cuore del nemico ad esser mangiato, NWR con poca originalità fa nutrire le sue modelle di occhi) ed infarcisce la storia, scheletrica, con una estetica di accostamenti cromatici abusati che oggi dicono ben poco. Non sono omaggi, ma superficiali tentativi di costruire, ormai letteralmente, un marchio autoriale, fumo negli occhi per un pubblico che si lascia facilmente abbindolare da facili estetismi, ma che un tempo sono stati creati, mostrati ed innovati con audacia ed estro da diversi maestri del cinema, basti ricordare Suspiria di Dario Argento (fotografia di Luciano Tovoli), Inferno (fotografia di Romano Albani), Dante Spinotti nel Manhunter di Michael Mann, o gli interni di Eyes Wide Shut di Kubrick fotografati da Larry Smith.
Unica nota positiva del film, le musiche, splendide.
NWR, sotto il marchio, niente.
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