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La via senza gioia

Regia di Georg Wilhelm Pabst vedi scheda film

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La recensione su La via senza gioia

di fratellicapone
10 stelle

E’ un film muto pressoché introvabile girato nel 1925 in Austria da Pabst. L’ho visto al Goethe Institut di Palermo in una rassegna sulla grande crisi che culminò poi nel giovedì nero del 1929. Dalle informazioni fornite dalla curatrice della rassegna si tratta di un film che ebbe grande successo ma fu poi sequestrato dalle autorità per i suoi contenuti. La copia proiettata è stata recuperata e sottoposta a restauro su pellicola reperita in altri paesi. Si tratta di un film molto lungo, circa 2 ore e mezza.

La via senza gioia è una squallida strada in cui si incrociano destini diversi in un’epoca difficilissima con un’iperinflazione e un drammatico disagio sociale che fu alla base del avvento di Hitler. In questa strada ci sono due gruppi di persone: i poveri che non hanno letteralmente di che mangiare e i ricchi. I ricchi si incontrano in una casa di moda che in realtà è un luogo di ragazze che si vendono a uomini benestanti. La tenutaria (Marie) di questa casa cerca in tutti i modi di circuire una bellissima ragazza (Greta) figlia di un impiegato statale che ha perso tutto in borsa e pure il lavoro. La ragazza è interpretata da una giovanissima e bellissima Greta Garbo mentre la maitresse (Asfa Nielsen), odiosa melliflua e tentacolare, cerca di corrompere la ragazza.

L’altro soggetto esemplificativo dei ricchi che si arricchiscono sul bisogno è il macellaio che si trova nella strada che può comprare tutto con un pezzo di carne e che preferisce darlo al suo cane anziché a una ragazza che rifiuta le sue volgari avances. La ragazza si salverà proprio quando, ormai rassegnata, ha deciso di vendersi a un cliente della maitresse.

E’ un film di un’altra epoca ma conserva una sua forza di denuncia sociale, efficace chiara e paradigmatica, che oggi non si trova più nei film.

Non è facile abituarsi ad un film muto ma la sua durata, che inizialmente sembra un difetto, fa entrare la spettatore di oggi in quella tecnica di realizzare un film a cui non siamo più abituati e fanno sembrare queste opere pezzi da museo mentre, in realtà conservano una straordinaria efficacia.

Un’altra cosa che si nota è che i personaggi sembrano spesso delle marionette (in particolare il macellaio), con trucco pesante e capelli impomatati ed anche la recitazione ripetitiva e statica le richiama.

Un ottimo film.

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