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Money Monster - L'altra faccia del denaro

Regia di Jodie Foster vedi scheda film

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La recensione su Money Monster - L'altra faccia del denaro

di marcopolo30
5 stelle

Film che, sebbene offra intrattenimento di buon livello, perde punti a causa dell'ottica un po' troppo partisan-ingenua adottata dell'autrice, e che a conti fatti fa di “Money Monster” niente più che l'ultimo arrivato di una lunga serie di film sui/contro gli squali dell'alta finanza.

La quarta regia cinematografica (in circa 30 anni) di Jodie Foster dimostra, se mai ce ne fosse stato bisogno, che Jodie è una donna intelligente e di forti ideali. Dimostra altresì che le sue qualità direttoriali non sono nemmeno lontanamente paragonabili a quelle attoriali, e infatti anche questo “Money Monster” è un film anonimo, 'del mucchio', e finito quindi a tempo di record nel dimenticatoio. Così com'era già accaduto ai precedenti “Il mio piccolo genio”, “A casa per le vacanze” e “Mr. Beaver” (alzi la mano chi ancora li ricorda). Dicevo 'forti ideali' perché durante l'intera visione del film ho avuto chiarissima l'impressione che la Foster sia profondamente avversa al mondo della grande finanza, ma in fondo... chi non lo è? Sfortunatamente è assai raro che il militantismo sfoci in capolavoro e il suo film non fa eccezione a tal regola. Il plot, riassunto in pochissime parole, vede il giovane Kyle prendere in ostaggio la stella della TV Lee Gates, presentatore il cui successo è secondo per grandezza solo a quello del proprio ego, reo di avere in una precedente puntata del suo “Money Monster”, consigliato caldamente un fondo d'investimento poi scioltosi invece come neve al sole, lasciando sul lastrico migliaia di piccoli investitori, Kyle incluso. Ecco, partendo da tale kick-off Jodie Foster e il suo trio di sceneggiatori (Linden - Di Fiore - Kouf) avrebbero sicuramente potuto prendere strade meno battute che non quella del solito squalo dell'alta finanza, empio e figlio di mignotta, sul quale far ricadere tutte le colpe dei mali che affliggono la società attuale. Anche perché qui a conti fatti nemmeno Gates e la regista Patty (Julia Roberts) sarebbero dei santi, anzi, ma ci mettono poco ad esser menati dagli autori nel campo dei 'buoni'. E lo stesso Kyle in fondo, qui epitome di tutti i martiri onesti risparmiatori, se aveva investito nel fondo Ibis consigliato da Gates era stato solo e soltanto per avidità. Ecco, uno sguardo un po' meno ingenuo (o partisan) avrebbe certamente giovato a un prodotto che sul piano dell'intrattenimento più puro funziona invece piutosto bene. Ottimi al solito Clooney e la Roberts, un po' sopra le righe Jack O'Connell nei panni di Kyle. Il film ebbe la sua anteprima al Festival di Cannes del 2016 e chiuse i conti decisamente in verde, con 93 milioni incassati contro i 27 spesi per la sua realizzazione.

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