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Burn Burn Burn

Regia di Chanya Button vedi scheda film

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La recensione su Burn Burn Burn

di marcopolo30
4 stelle

Il primo lungometraggio diretto dalla regista britannica Chanya Button è un road-movie atipico che, al netto di qualche personaggio secondario azzeccato, suscita molte più perplessità che entusiasmi.

Precocemente venuto a mancare a causa di una rarissima forma di cancro al pancreas, il giovane Dan lascia come ultime volontà quelle di essere cremato e che le sue ceneri vengano disperse, una manciata qua una la, in tutti quei luoghi che hanno significato qualcosa per lui. E sempre per sua volontà, dovranno essere le sue due migliori amiche Alex e Seph a portare a termine tale missione. Le due amiche si imbarcano così -obtorto collo- in un viaggio lungo le strade del Regno Unito portandosi dietro un'urna funeraria nel vano portaoggetti del cruscotto di una vecchia Volvo. Partiamo dalle buone notizie: “Burn Burn Burn” è un road-movie, e con i road-movies un minimo sindacale di decenza sempre lo si ottiene, indipendentemente dal fatto di essere capaci o meno. I personaggi secondari incontrati sulla strada funzionano, a volte in chiave comica altre -l'anziana casalinga alla ricerca del figlio, ad esempio- aggiungendo sensibilità e dolcezza alla narrazione. Sfortunatamente, nonostante i rami verdi e frondosi, il tronco non è in questo caso nient'affatto solido, tarlato da due difetti non da poco. Da un lato i continui spezzoni video col morto, che infatti, oltre a quanto già descritto sopra, aveva pure deciso che le due amiche avrebbero potuto conoscere i dettagli del viaggio solo man mano che andavano completando le varie 'missioni'. Tali break riescono nell'impresa da record di rendere il giovane defunto insopportabilmente antipatico allo spettatore. Complimentoni, non era facile, in genere generare simpatia/empatia verso una persona morta giovane vien molto più facile che non il contrario. Del tutto illogico poi che Dan appaia ad ogni nuovo video maggiormente provato dalla malattia. Voglio dire: va bene che Alex e Seph non possono guardare il video tutto in una volta, ma se tutto era pianificato, per quale motivo anche la registrazione dovrebbe essere avvenuta in varie sessioni con settimane/mesi di distanza l'una dall'altra? Il secondo handycap è il modo pedantemente didascalico in cui l'autrice ci comunica il messaggio di fondo del film, un po' come avviene negli indigesti (almeno per me) libri di autoaiuto, strofinandelo sotto il naso ad ogni dialogo. Per la regista Chanya Button era questo l'esordio nel lungometraggio. Un esordio non fortunatissimo, diciamolo pure, ma nel quale qualche elemento positivo che fa sperare per il futuro comunque emerge. Le due interpreti principali, bravine entrambe, sono invece Laura Carmichael, volto noto grazie alla serie TV “Downtown Abbey”, e Chloe Pirrie, giovane attrice che invece non conoscevo.

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