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L'uomo dal braccio d'oro

Regia di Otto Preminger vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su L'uomo dal braccio d'oro

di scandoniano
8 stelle

Otto Preminger dirige un magistrale Frank Sinatra in una storia drammatica e nera al tempo stesso. Frankie (Sinatra) è appena uscito dal carcere per essere stato beccato in una bisca dove faceva il cartaio; arriva a casa dove l’attende la bella e sfortunata moglie Sofia (Eleanor Parker), immobilizzata su una sedia a rotelle a causa di un incidente provocato proprio da Frankie. Il ritorno a casa del croupier dopo 6 mesi di galera non è facile: i vecchi fantasmi ritornano (la droga di cui è succube, il gioco d’azzardo, la quasi amante – Kim Novak). La presenza di Sofia è ingombrante: la coscienza di Frankie blocca l’uomo e le cose si complicano quando Frankie cede alle pressioni del suo spacciatore.
Il film è una classica pellicola anni ’50, fulgido esempio di come una sceneggiatura eccellente possa, da sola, valere metà film. I temi fortissimi della redenzione, della droga (tema nuovo ad Hollywood) e della pietas humana, ma anche dell’amicizia, della moralità, della menzogna, si intrecciano insieme in un piacevolissimo coacervo d’emozioni, con l’insolito ruolo della femme fatale, affidato, come in “Femmina folle” di John M. Stahl, al ruolo della moglie anziché della sgallettata di turno, tutta alcool e sigarette. Da applausi l’interpretazione di Sinatra, specie nella scena culto della crisi d’astinenza, la fotografia, meravigliosa, di Sam Leavitt, e della regia dello stesso Preminger, claustrofobica come la vita del protagonista.

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