Regia di Mario Landi vedi scheda film
Mario Landi, regista Rai, si dedicava di tanto in tanto a qualche lavoro espressamente cinematografico, sostanzialmente sfogando in questi progetti le velleità non assecondabili altrimenti. Questo Giallo a Venezia è un giallo (e ok) dalla forte componente erotica e con qualche venatura horror, materiale normalmente inavvicinabile per l'uomo che aveva diretto Un, due, tre con Tognazzi e Vianello agli albori della tv di Stato, o tutta la serie de Le inchieste del commissario Maigret, fra gli anni Sessanta e i primi Settanta. A conti fatti la storia è qualcosa di già visto e stravisto, così come non può avere più di tanto mordente l'idea di scandalizzare o quantomeno generare pruriti morbosi nel pubblico con una pellicola simile nel 1979, a maglie della censura nostrana ormai slabbrate; certo, qualche momento particolare sorprende (una lunga, estenuante e molto verosimile scena di masturbazione femminile, verso la mezzora; la sanguinolenta amputazione di una gamba), ma non si parla di nulla di trascendentale o definitivo. La sceneggiatura firmata da Aldo Serio ruota, manco a dirlo, attorno al sesso, alla prostituzione, alle perversioni e anche - per non farsi mancare nulla - alla droga: tutto trattato con una certa superficialità che contribuisce a far perdere ulteriormente spessore all'opera. Nel cast: Gianni Dei, Maria Angela Giordan (Mariangela Giordano), Leonora Fani, Eolo Capritti e l'americano Jeff Blynn, già visto in un paio di poliziotteschi. Non male la colonna sonora di Berto Pisano. Landi girerà un altro paio di lavorucci di simile stampo e se ne andrà in pensione. 2/10.
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