Regia di Paolo Gaudio vedi scheda film
Il fascino mortifero e sinistro delle opere incompiute ossessiona il giovane topo di biblioteca Theo: conosce tutti i grandi libri la scomparsa dei cui autori è giunta prima che vergassero la parola “fine”. Ma il libercolo che dà il titolo al film, e che evoca Le fantasticherie di un passeggiatore solitario di Jean-Jacques Rousseau (morto prima di terminarlo, nel 1778), non l’aveva mai visto prima: pare un ricettario onirico, un’autobiografia dell’orrore, un poema che dialoga col suo inconscio. Così fra il presente del ragazzo e il suo passato segnato dalla violenza, fra la storia di uno scrittore ignoto e quella - narrata in segmenti in stop motion privi di dialogo - di un bimbo e di un vecchio, si stabiliscono tramite le pagine di quel volume legami inquietanti, fili di memoria e cordoni ombelicali contorti come le spettrali creature di plastilina che abitano il film. Primo lungometraggio del calabrese Paolo Gaudio, classe 1981, pluripremiato ai festival di cinema di genere di mezzo mondo, Fantasticherie è un vortice di suggestioni gotiche e letterarie tanto affascinanti quanto esili e fugaci, solo sfiorate da una manciata di personaggi abbozzati, che sembrano usciti da una favola più candida che nera. Un prodotto coraggioso che miscela animazione “adulta” e live action in fragilissimo equilibrio, componendo una galleria surreale bislacca e un po’ claudicante; irrisolta come le opere senza finale amate dal protagonista.
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