Regia di Alessandro Genovesi vedi scheda film
Non c’è cosa che più mi procura fastidio della trama di quel film che lascia il vuoto ancestrale di una morale non presente. Molte volte è già accaduto e altrettante volte, al cubo, accadrà, ma il fastidio che procura non è mai cosa assimilabile senza angoscia. Già il fatto che Claudio Bisio faccia l’attore protagonista, preoccupa anche lo spettatore meno esigente, ma quando già dall’inizio si deforma il classico nordico trasferitosi al sud e semi-convertito al populismo tipico delle terre meridionali, l’stinto di lasciare la sala è contrastato solo dal costo del biglietto e dalla presenza, non più comunque incisiva come un tempo, di Valentina Lodovini, e se Frank Matano regala qualche risata forzata, Renato Pozzetto marito di Ornella Vanoni è già tutto un dire. Trama irrisoria, cast quasi arrangiato, mezzo riciclato, insieme all’ambientazione partenopea che mai fu tanto riscoperta come in questi ultimi anni. Una pellicola che non lascia margini di discussione, perché il silenzio all’uscita di una sala è il sintomo più palese che il film non arriva dove dovrebbe.
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