Regia di Fernando León de Aranoa vedi scheda film
Spesso si discute su cosa possa contribuire a fare di un film un'opera importante ; in linea di massima e obiettivamente parlando pare sia necessario che il film tratti argomenti cosidetti seri o quantomeno di interesse universale , poi va da sè che il lavoro andrebbe svolto con una certa cura .
Perfect Day , opera di un regista spagnolo certamente apprezzato in patria ma quasi sconosciuto al grosso del pubblico , potrebbe a mio parere essere considerato importante ; lo diventa nel momento in cui ogni personaggio rientra in un contesto storico unico eppure potenzialmente simile a mille altri ed è raccontato in modo davvero originale .
Siamo in Bosnia , 1995, al seguito di cooperanti appartenenti ad una ONG internazionale alle prese con i mille problemi organizzativi e non , ed è proprio questo il punto , ovvero il fatto che da un lato chi raccoglie fondi ed organizza le spedizioni segue la stessa prassi burocratica di un qualsiasi ente amministrativo ( sia esso con scopi a fini di lucro o meno ...) mentre chi si trova sul campo a condividere problemi di vita quotidiana in perenne stato di allerta , viaggia per così dire in binari diversi, tanto da dubitare che possano raggiungere la stessa destinazione .
L'idea di raccontare un episodio quasi banale in un contesto tanto drammatico parrebbe impossibile eppure come ha scritto molto bene @Cantagallo " ....non è una commedia , pur avendo una prosa davvero brillante, poichè non abbandona mai la verosimiglianza , ma non è nemmeno una pellicola di guerra, è piuttosto un esempio di come si vive la guerra senza praticarla ..."
La storia parla di uomini , donne e bambini ; nessun eroe , niente battaglie o scontri memorabili , ma la vita a fianco ; tra chi riesce malgrado tutto ad ironizzare sulla situazione , chi rassegnato fa di necessità virtù; alcuni con l'espressione di chi ha visto tutto il peggio e non si stupisce più di nulla ; l'ingenuo campanilismo di una vecchia bandiera su di una casa diroccata ed il sogno di fuggire da un luogo ritenuto senza speranza , non per se ma per un bambino che ha imparato a mercanteggiare prima ancora di giocare .
E così tra una morte quasi ridicola ed una straziante , uno scontro tra burocrati e cooperanti in cui è ben evidenziata la difficoltà di portare avanti un vero progetto costruttivo che vada oltre l'emergenza , la vita prosegue, distante ...direi implacabile .
Oltre al buon lavoro del regista , Fernando Leon De Aranoa, bisogna sottolineare la bravura dei protagonisti : Benicio Del Toro , Tim Robbins, Melanie Thierry ed il piccolo Eldar Residovic che hanno contribuito a far si che il film non scadesse mai nel ridicolo ; non macchiette ma persone vere ; una storia fatta di concretezze spesso però sovrastate ed annullate dalle cosidette Grandi Manovre .
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